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domenica 4 ottobre 2020

Monumentum Damnati - In The Tomb Of A Forgotten King

#PER CHI AMA: Melo Death/Doom, Insomnium
Da zone non meglio identificate del mondo (ho appreso da metal-archives che uno dei membri è originario della Bielorussia, mentre bandcamp riporta le origini al Missouri - USA), ecco arrivare un progetto interessante e inquietante (date un occhio alle loro immagini grottesche sul web) che risponde al nome di Monumentum Damnati, fautori di un death doom melodico a tratti sinfonici. Questo almeno quanto si evince dalla seconda traccia, la prima è un'intro, del loro debut album 'In The Tomb Of A Forgotten King', edito dall'etichetta ucraina GrimmDistribution. Quaranta minuti di musica a disposizione dell'enigmatico sestetto per convincerci della bontà della loro proposta che dicevo, con la seconda "My Bloody JJ", fa capire come i nostri siano interessati a propinarci un sound robusto sorretto da un growling roccioso e da delle keys in sottofondo che accompagnano una ritmica costantemente votata a linee melodiche che per certi versi mi hanno ricordato un mix tra Saturnus e Insomnium. La voce nella terza e drammatica "There's No Place for Life", mi ha evocato un che dei Rotting Christ, mentre il sound prosegue lento nel suo malinconico incedere doomeggiante. L'approccio alla musica della compagine internazione si rivela piuttosto facile da adottare anche laddove la proposta sembra sprofondare nei meandri di un sound più catacombale, come nell'abissale "Anabiosis", altro pezzo doomish che vede la ritmica farsi più grossa e dinamica nella sua seconda parte, con i vocalizzi di Thanatos davvero convincenti e una vena orchestrale che si ritrova a più riprese lungo il pezzo, ma in generale lungo tutta la release: Nella title track sono invece gli echi dei primi Paradise Lost a palesarsi a livello ritmico, in una song che mantiene comunque intatto il marchio di fabbrica della band. È però "Infernal Sun" il pezzo in cui la compagine sembra dare il meglio di sè, combinando death, doom, spettrali melodie e ottime parti atmosferiche. Ancora una manciata di pezzi, con "Falling Snow" a proporre melodici fraseggi death doom che si confermano anche nella successiva "Sleepless Anger", finanche nella conclusiva e strumentale "Exorcist" che va a chiudere un disco onesto, piacevole, che nonostante il genere estremo, a mio avviso potrà essere avvicinato anche da chi non mastica quotidianamente simili sonorità. Insomma, io una chance la darei eccome a Monumentum Damnati, poi fate voi. (Francesco Scarci)