#PER CHI AMA: Death/Dark Doom, Tiamat, Atrocity |
I Light sono una band tedesca da venerare ed amare senza remore. Proprio come riporta il titolo del loro primo album, 'Cult of Light', questa band berlinese può divenire un vero e proprio culto. Uscito con l'aiuto della Black Warcult Productions nel 2014, questo scrigno di pesanti gioielli metallici potrebbe risultare uno dei migliori ascolti dell'anno appena passato. Il trio teutonico si descrive come un classico gruppo death metal old school ma i riferimenti della band, come da loro stessa ammissione, si trovano nei Tiamat, nei Celtic Frost, nei Samael e seppur in maniera molto personale, anche nel modo di suonare heavy psichedelia dei Monster Magnet. I Light hanno una marcia in più e suonano sì death metal ma con venature allucinogene che ne caratterizzano fortemente il suono, trasformandolo in veri e propri viaggi psichici con visioni metalliche futuriste e d'avanguardia, al pari di Voivod e Annihilator. Magari non sono viaggi di pura follia ed estasi come quelli del Kraut Rock ma sempre di musica cosmica si parla. La psichedelia virata in un versante metal dalle tinte fosche, dolorose e gotiche come quelle glaciali che resero i Type o Negative e gli Atrocity degli eroi. Devoti ossessivi ad un sound ipnotico, tagliente e pesante quanto lo era quello dei primi Isis nelle loro avventure post core, i tre musicisti tedeschi generano mostri sonori macabri, in continua evoluzione pur rimanendo saldamente ancorati alle radici storiche del death vecchio stile, sfornando brani compatti e catartici come pochi altri sono riusciti a fare negli ultimi tempi. L'album è folgorante, per certi aspetti piacevolmente accessibile e sempre in continuo movimento, e per cui segnalerei le song "Contrast", "Ceremony" e "Ritual" . Il metal come non te lo aspetti con richiami industrial in stile Misery Loves Co., rivisitati in veste lacera e drammatica, la claustrofobia musicale dei Bolt Thrower, il magnetismo dei Tiamat, interpretati da una stupenda voce decadente, micidiale e omicida. Sin dall'inizio il disco trasmette buone sensazioni, una sorta di idea cinematografica di un film horror ambientato nel cosmo, dove la presenza di qualcosa di letale sorprenderà e distruggerà i passeggeri all'interno della navicella che solca lo spazio infinito. Un album che abbatte i confini del death più classico per espatriare verso lidi futuristi, allucinogeni, violenti e modernisti. Una gioia per palati fini, amanti di thrash, death, gothic, alternative e psichedelia, il tutto tritato in un unico corposo cd, composto da undici brani deliziosi tutti da gustare ad altissimo volume. Una vera rivelazione! (Bob Stoner)
(Self - 2014)
Voto: 80