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giovedì 28 marzo 2019

Asmodée - Aequilanx

#PER CHI AMA: Black Old School
Dopo averci presentato qualche giorno fa il debut degli svedesi Faruln, quelli della Battlesk'rs Productions, devono essere andati a ripescare dal cassetto dei ricordi il demo dei francesi Asmodée, datato 1997 e intitolato 'Aequilanx'. Sebbene il flyer informativo riporti il desiderio di svelare la supremazia del black metal francese degli anni '90 (io non me la ricordo), francamente mi sento di dissentire da questa scelta. Per quanto bazzicassi l'ambiente black a quei tempi, non ho mai sentito parlare della band di Nantes, ed un perchè ci deve pur essere, visto che quanto contenuto nelle quattro tracce di quel lavoro, non è nulla di comparabile a quanto il mondo stesse osservando arrivare dalla Scandinavia. La registrazione poi non rende assolutamente giustizia a tracce come "Great Final Justice", l'ovattata opening track che sembra essere stata registrata con una puntina da disegno piantata su di un vinile. Il genere ovviamente è black metal nella sua forma più primordiale che tra assalti feroci, stop'n go, screaming e growling vocals, diciamo che ha poco da offrire di realmente eccezionale o mai sentito. Se non fossi cresciuto a pane, Nutella, Mayhem, Immortal, Darkthrone (e potrei continuare un bel po'), direi di trovare la proposta degli Asmodée intrigante, sfortuna loro è che con il black old-school ci ho passato i miei anni del liceo, apprezzandolo in tutte le sue sfaccettature. Ritrovarmi un pezzo rozzo come "Black Revelation" oggi nell'era dei suoni patinati e perfetti, dove la tecnica talvolta ha la meglio sulle emozioni, mi fa un po' specie. Posso sicuramente apprezzare le sperimentazioni minimalistiche per l'epoca con le tastiere, i giri di chitarra che chiamano in causa il black scandinavo, ma poco altro perchè la registrazione casalinga mi spinge piuttosto a spegnere la musica dei nostri o sostituirla con un vecchio disco di Burzum, i miei sensi ne sarebbero di sicuro più allietati. Tutto questo non vuol dire che la proposta degli Asmodée faccia pena, vuol semplicemente dire che se l'avessi ascoltata sulla più classica demotape 25 anni fa, probabilmente l'avrei anche apprezzata, lamentandomi comunque di una registrazione penosa (ricordate le tracce più grezze di 'Vinterskugge' degli Isengard? ebbene siamo su quei livelli). Se "Caïn's Black Spells" fosse stata registrata oggi, probabilmente staremo parlando di un buon pezzo black che si muove tra i suoni dei primissimi In the Woods e i primi Gehenna, con qualche sperimentazione addizionale in sottofondo che faccio però fatica a decodificare. Se la riesumazione doveva avere un senso, io avrei ri-registrato l'album e l'avrei offerto ai posteri con una veste migliore visto che di versioni successive a quella del 1997, ne esistevano già. Un peccato si, veniale. (Francesco Scarci)

(Battlesk'rs Productions - 2018/1997)
Voto: 56

https://www.youtube.com/watch?v=vj6BnGHwv34

sabato 9 marzo 2019

Faruln - The Black Hole of the Soul

#PER CHI AMA: Black, Satyricon
I Faruln sono la classica one-man-band proveniente dalla Svezia e Btsm è la mente diabolica che si presenta al pubblico con questo EP di debutto, che fa seguito ad un paio di demo usciti tra il 2015 e il 2017. 'The Black Hole of the Soul' esce per la Battlesk'rs Productions e presenta quattro feroci tracce di black glaciale che irrompono con la title track, corrosiva e ridondante quanto basta per richiamare grandi acts della scena scandinava, versante norvegese però; penso infatti ai Satyricon per quel modo di viaggiare su un mid-tempo affascinante, per poi lasciarsi andare saltuariamente a scorribande black, con la voce del frontman in sottofondo a blaterare versi scarsamente intellegibili. Il sound di questa prima traccia ha dei passaggi ipnotici affidati all'oscuro suono del basso, cosa che di certo non si può dire della successiva e mefistofelica "Recreator of the Great Silence", song lanciata a tutta velocità, e dotata di un'impalcatura sonora alquanto efferata nel suo incipit. Poi un rallentamento pauroso nella sua seconda parte si affida ad atmosfere cupe come le tenebre e a vocalizzi sempre posti in background per alimentare un senso di inquietudine legato all'ascolto del disco. Non c'è modo di restare tranquilli e godere delle sonorità del mastermind svedese, nemmeno quando a risuonare nel mio stereo c'è la lunga e mefitica "The Sworn Enemy". Qui la cadenza sembra farsi marziale, e la produzione piena e potente, esalta la qualità dei suoni, sia nelle accelerazioni che nei rallentamenti più ottundenti in tremolo picking. Per quanto il disco non dica assolutamente nulla di nuovo, si lascia ascoltare piacevolmente, complici anche le melodie che pervadono in modo non ingobrante, la musica dei Faruln e ci accompagneranno fino alla conclusiva e ferale "Dissolution", l'ultima scheggia black punk di questo 'The Black Hole of the Soul', un album che costituisce un buon punto di partenza per il musicista svedese. (Francesco Scarci)

(Battlesk'rs Productions/Zanjeer Zani Productions - 2019)
Voto: 66

https://www.facebook.com/Faruln/