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lunedì 17 dicembre 2018

Bölthorn - Across the Human Path

#PER CHI AMA: Viking/Death, Amon Amarth, Manegarm
Pronti a sfoderare la vostra spada e a brandirla in cielo? Col debut album dei parmensi Bölthorn, 'Across the Human Path', dovrete prepararvi infatti ad affrontare la battaglia insieme ai nostri nuovi amici vichinghi. E quando si parla di viking, il primo nome che viene alla mente è inevitabilmente quello degli svedesi Amon Amarth, fonte d'ispirazione numero uno per il trio di Parma. Nove le tracce a disposizione per convincerci della bontà della loro proposta che da "Sentinel" (tralascio la battagliera intro) alla conclusiva "The Kaleidscope", ci terranno compagnia per tre quarti d'ora di musica, che pur non proponendo novità alcuna, si lascia comunque ascoltare con piacere. Dicevo di "Sentinel", una song ritmata di scuola svedese, costituita da ottime melodie e da un dualismo vocale che si muove tra il growling e il cantato epico nei cori. Più thrash/death oriented a livello ritmico è invece "For Honor", un pezzo che vanta una bella melodia dotata di un certo piglio malinconico in sottofondo, sorretta da un muro di chitarre che trova anche improvvise accelerazioni furibonde, ma che continua comunque a solleticarmi i sensi per quel suo epico refrain. "Thor", come preannuncia il titolo, deve essere un omaggio alla divinità della mitologia norrena. La musica è potente quanto il dio del tuono e l'arrembante lavoro di chitarra, batteria e basso, rende merito ad una song davvero interessante. Un po' meno convincente, almeno nella prima metà, è invece "Curse of Time", song che suona un po' sconclusionata sebben vada lentamente migliorando in un finale un po' più guerreggiante. "Warriors" parte in modo più cauto, anche qui c'è una bella melodia dalla forte vena malinconica, che mi ha rievocato per certi versi, la title track di 'Once Sent From the Golden Hall' dei già pluricitati Amon Amarth, certo manca la classe che contraddistingue la band svedese, ma i tre emiliani sono decisamente sulla strada giusta. Sia chiaro che sarà necessario lavorare su una maggior ricerca di originalità, è il minimo richiesto d'altro canto per poter emergere dalla massa. Il disco va un po' calando la propria qualità verso il fondo: se "Midgaard" è un brano ancora apprezzabile per robustezza (e per le sue melodie parecchio orecchiabili), è con le conclusive "The Lair of the Beast" e "The Kaleidscope" che i nostri perdono un po' di verve: la prima secondo me merita esclusivamente per quell'accelerazione post black che il trio si concede a metà brano, mentre nell'ultima, la band sembra arrivare svuotata di idee. Alla fine 'Across the Human Path' è un buon disco per appassionati di battaglie, mitologia vichinga e de 'Il Trono di Spade': tuttavia le sue note riportano ancora la dicitura "lavori in corso". (Francesco Scarci)

(Broken Bones Records - 2018)
Voto: 70

https://www.facebook.com/Bolthornband