Cerca nel blog

martedì 16 aprile 2019

Sick Sad World - Imago Clipeata

#PER CHI AMA: Post-hardcore/Post-metal
A cinque anni di distanza dal precedente 'Murmuration', tornano i Sick Sad World, il moniker scelto dalla band francese, perfetto ad indicare questo nostro mondo triste e malato e testimoniare quanto il paese dei nostri cugini, sia attivo egregiamente un po' in tutti i generi musicali. Si perchè la compagine di quest'oggi ci porta nel mondo del post-hardcore, quello esistenziale ed emotivo. L'ensemble, originario di Nantes, ci offre sei tracce, che nascono dalle cupe tonalità di "The Family" e calano il sipario con "The Rope". L'opener mette comunque in mostra le eccelse qualità del quintetto sfoggiando appunto un tono dimesso, un suono compassato che si muove tra il post-metal e il post-hardcore appunto, con un rifferama compatto che trova in un paio di rallentamenti acustici e nelle sue improvvise accelerazioni, i propri punti di forza. A sottolineare la prova dei nostri aggiungerei anche l'ottima e caustica performance dietro al microfono di Julien, ma in generale, è tutta la proposta dei Sick Sad World a fare breccia nelle mie corde. Anche con la seconda e lunga "Battlefield" infatti, mi lascio travolgere da quelle vorticose ritmiche che prendono spunto dal post-black e si dilatano successivamente in partiture post-rock con tanto di voce pulita e sofferente che esalta ulteriormente la riuscita di questo brillante 'Imago Clipeata'. Devastante l'attacco di "Destroy" ma c'era da intuirlo, visto il titolo. La musica parafrasa alla perfezione la distruzione, probabilmente per quei suoi chitarroni ultra ribassati e quei vocalizzi acidi che li accompagnano. Quello che poi mi sorprende, sebbene non sia proprio una novità, è la capacità di questi musicisti di variare alla grande il tema principale e passare con estrema disinvoltura da scorribande post-core a melliflui rallentamenti o melmose atmosfere sludge. E vi dico che "Destroy" ci riesce alla grande, guadagnandosi il titolo di mia song preferita del disco. Non che la successiva "Echoes" sia da meno, grazie a quel suo magico incipit affidato a basso, piatti e voce in sottofondo, una perla che ammicca, tra gli altri, anche ad un certo dark/post-punk che completa alla grande il quadro di influenze dell'act transalpino. Ah dimenticavo, le melodie incluse in 'Imago Clipeata' sono davvero buone ancora una volta a testimoniare quale e quanta sia la maturità raggiunta dai Sick Sad World giunti ormai alla loro terza release ufficiale. Ancora suoni soffusi in apertura con "Market", voci sussurrate, tocchi di chitarra arpeggiata in quella che forse è la song più malinconica del lotto, anche quando nella seconda metà sembra incattivirsi e pestare maggiormente sull'acceleratore. "The Rope" dicevamo come ultimo atto del cd: un modo di calare il sipario con i controfiocchi grazie ad una song controversa, feroce, seducente, emotivamente instabile, depressa, insomma la summa del triste e malato mondo dei Sick Sad World. (Francesco Scarci)