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domenica 15 giugno 2014

Arbor - Echoes Over Oceans

#PER CHI AMA: Progressive black metal, Agalloch, Wolves in the Throne Room
'Echoes Over Oceans' esce nel 2014 in puro stile DIY (con uno splendido digipack peraltro) dalle mani dell'attivissimo trio americano degli Arbor, di base a Milwaukee (WI); il lavoro rappresenta il secondo album della band che segue l'ottimo debutto del 2012, già recensito su queste stesse pagine. Geniale commistione tra onirico, evocativo black metal stile Agalloch e Wolves in the Throne Room con fughe post rock, prog e shoegaze, atmosfere surreali spaccate da sfuriate cerebrali di violento, liberatorio evoluto black dalla forte ispirazione naturalistica. Il progressive di matrice seventies emerge in maniera evidente, con echi dei Rush ma anche di cose più complesse e classiche come quelle proposte da Yes e Hatfield and the North ma anche da influenze più moderne alla Ulver e quelle atmosfere sospese del gioiellino 'The Marriage of Heaven and Hell', senza però la pesante componente elettronica industriale, ma tutto portato in una struttura sonora sofisticata e curatissima, dalla forte componente melodica, da assaporare senza indugi e tutta d'un fiato. Un doppio album con otto brani (le migliori del lotto a nostro avviso sono "The Foliate Head" e "Archways") dalle atmosfere variegate, con costruzioni intense ed evocative. Quasi novanta minuti di musica da ascoltare attentamente, immergendosi in tutte le sue sfumature, dalle aperture drone/atmospheric dark, alle classiche e cristalline composizioni progressive, ricche di ariose melodie e dalle chitarre lussureggianti, fino alle veloci cavalcate black cariche d'infinito. Il lavoro alla fine è di buonissima qualità, pur rimanendo nell'autoproduzione di stampo fedele al black metal più sotterraneo e oltranzista, dove tutto si sente alla perfezione: voci, chitarre e batteria sono ottime e anche se i due cd sono di notevole durata, alla fine non ci si annoia mai durante il suo ascolto, tante sono le variazioni sul tema portate dal trio statunitense, nelle medio lunghe composizioni musicali. Lavoro appetibile, artwork notevole anche se poco comprensibili sono i titoli nel retro. Lasciatevi stregare, ne vale la pena! (Bob Stoner)

(Self - 2014)
Voto: 75