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giovedì 30 dicembre 2010

Revelations of Rain - Hemanation of Hatred


Quest’inverno lo ricorderò senza ombra di dubbio per le malinconiche release che hanno sconquassato la mia esistenza e ringrazierò sicuramente il roaster Solitude Production per esser stato il maggior artefice della mia disperazione, malinconia e voglia di suicidio. Fatta questa dovuta premessa, posso passare alla recensione del terzo lavoro dei russi Revelations of Rain e del profondo senso di angoscia che permea l’intera release fin dalle sue note iniziali che alla fine si infiltrerà all’interno di noi stessi lasciandoci con un senso di impotenza addosso. “Time“ apre il disco ed entra nella mia pelle, nella mia testa e nel mio cuore e incutendomi un senso di inquietudine; strugge, divora l’anima come se avessimo perso la persona amata, grazie a quelle sue incredibili tormentate melodie. Non bastano neppure le accelerazioni death sul finale per farmi riprendere, nel mio cervello risuonano costantemente le disperate linee di chitarra che dominano il brano. Non faccio in tempo a destarmi che la successiva “Our Cathedral” risuona come un lutto, un lutto inatteso nelle nostre vita: la voce growling di Vladimir Andreev vomita tutta la propria disperazione, mentre la pesantezza pachidermica delle ritmiche annuncia la fine di tutto, lo spegnimento delle luci, la calata del sipario. Il sound dei nostri è opprimente, sofferente, pesante come un macigno che preme sul nostro petto. Il sound di “Emanation of Hatred” si articola in modo complesso attraverso i suoi lunghi pezzi, sbriciolando le poche certezze che abbiamo all’interno di noi stessi. Pur non presentando nulla di innovativo, ma seguendo un percorso musicale già calcato in passato da band come Officium Triste, Evoken o Mourning Beloveth, l’act russo sviscera ogni emozione lungo le sue sette tracce, lasciandoci inevitabilmente in uno stato di disperata malinconia. Ottimo il songwriting, eccellente la produzione, ben bilanciato il suono, notevoli e ricchi di pathos i pezzi, i Revelations  of Rain hanno tutte le carte in regola per conquistare il pubblico con il loro sound avvolgente, pregno di emozioni, intriso di malinconia e desolazione. Un graditissimo come back che ci riconsegna una band in forma e con una grande voglia di stupire. Commoventi! (Francesco Scarci)

(Solitude Productions)
Voto: 80