Cerca nel blog

Visualizzazione post con etichetta Revelations of Rain. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Revelations of Rain. Mostra tutti i post

lunedì 27 gennaio 2014

Revelations of Rain - Deceptive Virtue

#PER CHI AMA: Death Doom, Saturnus
Tornano i Откровения Дождя o per chi non masticasse il cirillico come il sottoscritto, stiamo parlando dei Revelations of Rain, che giungono al traguardo del quarto lp sotto l'egida costante della Solitude Productions, che ne accompagna i passi sin dal loro debutto. Li aspettavo al varco, dopo averne saggiato la prova, con esiti sicuramente positivi, nel precedente “Hemanation of Hatred”. In poco più di tre anni volevo capire se il quartetto moscovita, da sempre sostenitore di un death doom dalle tinte cupe e malinconiche, avesse qualche novità in serbo per i fan di un genere che sta vivendo, a mio avviso, una fase un po' calante del suo ciclo, complice una certa mancanza di idee, indispensabili ad un suo rinnovamento. C'è chi afferma che questa sia una forma musicale stantia che non potrà mai evolvere; io non sono d'accordo e rimango fiducioso di capire se almeno con il combo russo ci sono margini di miglioramento. Ebbene, non raggiungiamo le vette del passato, ma devo ammettere che 'Deceptive Virtue' ha da offrire qualcosa in più rispetto ai lavori dei propri compagni di scuderia. Ammiccando al sound di Saturnus (il top in questo campo) e ai più ruffiani Swallow the Sun, non tralasciando ovviamente gli insegnamenti dei maestri di sempre, My Dying Bride, i Revelations of Rain ci offrono sette song, una delle quali strumentali, che si dimenano tra il death doom più tradizionalista (“Chernye Teni“), a quello più straziante (“Dekabr II”) e incazzato (“Mezhdu Bezzhiznennymi Beregami” e “V Bezumii Velichie Tvojo”). Il quartetto di Podolsk sfodera un'altra notevole prova strumentale, in cui ad emergere sono i profondi vocalizzi growl dell'ospite Arsagor (Grey Heaven Fall), l'eccellente guitar work del bravo Yuriy Ryzhov e la rutilante cupezza delle sue ritmiche. Non aspettatevi tuttavia nulla di (ex)straordinario, i cinquanta minuti di 'Deceptive Virtue' rappresentano ad oggi quanto di più interessante sia lecito attendersi da questa scena funerea. Decadenti. (Francesco Scarci)

(Solitude Productions – 2013)
Voto: 70

http://revelationsofrain.bandcamp.com/

giovedì 30 dicembre 2010

Revelations of Rain - Hemanation of Hatred


Quest’inverno lo ricorderò senza ombra di dubbio per le malinconiche release che hanno sconquassato la mia esistenza e ringrazierò sicuramente il roaster Solitude Production per esser stato il maggior artefice della mia disperazione, malinconia e voglia di suicidio. Fatta questa dovuta premessa, posso passare alla recensione del terzo lavoro dei russi Revelations of Rain e del profondo senso di angoscia che permea l’intera release fin dalle sue note iniziali che alla fine si infiltrerà all’interno di noi stessi lasciandoci con un senso di impotenza addosso. “Time“ apre il disco ed entra nella mia pelle, nella mia testa e nel mio cuore e incutendomi un senso di inquietudine; strugge, divora l’anima come se avessimo perso la persona amata, grazie a quelle sue incredibili tormentate melodie. Non bastano neppure le accelerazioni death sul finale per farmi riprendere, nel mio cervello risuonano costantemente le disperate linee di chitarra che dominano il brano. Non faccio in tempo a destarmi che la successiva “Our Cathedral” risuona come un lutto, un lutto inatteso nelle nostre vita: la voce growling di Vladimir Andreev vomita tutta la propria disperazione, mentre la pesantezza pachidermica delle ritmiche annuncia la fine di tutto, lo spegnimento delle luci, la calata del sipario. Il sound dei nostri è opprimente, sofferente, pesante come un macigno che preme sul nostro petto. Il sound di “Emanation of Hatred” si articola in modo complesso attraverso i suoi lunghi pezzi, sbriciolando le poche certezze che abbiamo all’interno di noi stessi. Pur non presentando nulla di innovativo, ma seguendo un percorso musicale già calcato in passato da band come Officium Triste, Evoken o Mourning Beloveth, l’act russo sviscera ogni emozione lungo le sue sette tracce, lasciandoci inevitabilmente in uno stato di disperata malinconia. Ottimo il songwriting, eccellente la produzione, ben bilanciato il suono, notevoli e ricchi di pathos i pezzi, i Revelations  of Rain hanno tutte le carte in regola per conquistare il pubblico con il loro sound avvolgente, pregno di emozioni, intriso di malinconia e desolazione. Un graditissimo come back che ci riconsegna una band in forma e con una grande voglia di stupire. Commoventi! (Francesco Scarci)

(Solitude Productions)
Voto: 80