#PER CHI AMA: Black Epic, Enslaved, Immortal |
La prima traccia di questo album ci introduce nei meandri di quello che potrebbe benissimo configurarsi come un malato orfanotrofio abissale. Si, perché ci si sente soli mentre si ascolta. L’assenza di speranza colpisce asettica dalla prima nota. Sembra strano, almeno all’orecchio dei puristi del genere, iniziare un’opera di black metal con le tastiere, suona paradossale. D’altronde l’incarnarsi come anti-tutto è stata fin dagli albori prerogativa di questa musica (ricordate cosa c’era scritto nel libretto di "Nightwing" dei Marduk? “Non sono state utilizzate tastiere per questo album”). A parte ciò, i Vardlokkur si identificano con un buon gruppo black, tematicamente formatosi a cavallo tra il periodo purista (per intenderci: quello delle registrazioni violente autoprodotte esaltate con fierezza dal suono ‘marcio da cantina’) e le sonorità del nuovo millennio, veicolate prevalentemente da una melodia meno graffiante e più orecchiabile. Pur non avendo, almeno a mio avviso, una personalità individuale, "Med Døden Ril Følge" riesce comunque a farsi apprezzare proprio per la caratteristica di essere ‘contaminato’ dai multiformi rimandi ai più conosciuti mostri sacri del black. Si ritrovano i passaggi tipici degli ultimi Immortal, le violenze estreme dei Gorgoroth, la voce pregnante dei Darkthrone… Un cocktail da trangugiare in un solo sorso per appassionati. L’ho molto apprezzato, pur non essendo riusciuto a identificare nulla di nuovo. Tralasciando le tastiere (scusate se insisto su questo punto, ma sono cresciuto con un’idea atavica del black metal), l’apogeo di quest’opera risulta essere la seconda traccia, "Morituri Te Salutant", vero manifesto di notturno nichilismo. Al suo interno si trovano (quasi) tutti i passaggi conosciuti di batteria e piatti nell’ambito black, con un ghiacciato rimando alle chitarre dei Taake, che da sole valgono tutto il pezzo. Cosa posso dire? I Vardlokkur hanno tutte le carte in regola per diventare quello che altri sono diventati nel panorama black metal. Non devono tuttavia essere considerati come una punta di riferimento. Almeno per ora. La costanza si vede nel tempo. (Damiano Benato)
(Det Germanske Folket)
Voto: 70
Voto: 70