#PER CHI AMA: Jazz Rock |
Disco d'esordio per questo giovane trio norvegese, fresco d'accademia, che ancora una volta mostra come nella città di Bergen, la musica sia una componente essenziale nell'esistenza stessa della città e dei suoi abitanti. I tre giovani musicisti gravitano attorno al mondo del jazz, ripercorrendo colorate partiture strumentali figlie dei grandi nomi del passato, quanto a correnti più innovative, spolverando aperture più sperimentali, accoppiate a classiche atmosfere da jazz club. Le danze si aprono con "Tier", che vedrei bene legata alle funamboliche gesta di Medeski, Martin & Wood, la finta vena classica di "Krystalldans", brano decisamente affascinante, che nasconde nervature tese e cupe tra le sue trame di calma apparente, suonato da una formazione composta da chitarra, contrabbasso e batteria che non disdegna ventate di leggero free rock di moderna concezione e perchè no, a sentire 'Woolgathering', anche gli echi rallentati di quello che fu il suono slide e particolarmente caldo dei The Flying Norwegians. Anche la seguente e frizzante "Daybreaking", dove troviamo peraltro l'innesto dei fiati, alterna classicismo e innovazione, come da stile musicale riconoscibile della band, che trae molta forza e originalità da questo dualismo compositivo che, unito ad un sound curato e ad alta fedeltà, aiuta a mantenere alta la concentrazione e l'ascolto di questo lavoro. In "Fastup" vediamo ritmica e bassi profondi in gran spolvero e chitarra dai toni più freddi, con un suono più orientato verso l'alternative rock, pur senza tradire la perfetta e piena vocazione jazz. Per "Datadyr", il brano che prende il nome di battesimo della band, tutto è al posto giusto, con una partenza da night club a taglio misterioso, l'atmosfera sale come il fumo dei vecchi locali jazz visti nei film in bianco e nero, senza spostare mai il tiro in una direzione diversa. Forse l'accostamento a certa musica di John Scofield è sbagliato ma la conclusiva "Low Hanging Moon" compie il suo dovere, complice quel tratto di solitudine e malinconia che l'accompagna dalla prima all'ultima nota. Nel ribadire che il brano "Krystalldans" è il brano che mostra nella sua completezza la pasta di cui è fatto questo trio norvegese, invito tutti, appassionati di jazz e non solo, ad ascoltare questa giovane proposta, perchè ne vale proprio la pena. (Bob Stoner)
(Is it Jazz? Records - 2022)
Voto: 78
https://datadyr.bandcamp.com/releases
Voto: 78
https://datadyr.bandcamp.com/releases