#PER CHI AMA: Rock/Blues/Stoner |
Oggi parliamo di un quintetto che fa tremare il padovano già da qualche anno, gli Un Giorno Di Ordinaria Follia (UGDOF) che giungono alla seconda autoproduzione (la prima risale infatti al 2012). Il gruppo nel suo moniker omaggia chiaramente il film ben interpretato da Michael Douglas nel 1993, assumendone appunto il nome e portando sul palco un look ad esso inspirato, anche se li dovremmo bacchettare perchè si limitano al completo da impiegato e alla mazza da baseball, quando un bel bazooka farebbe la sua sporca figura. La band brucia del sacro fuoco del rock e come la tradizione vuole, lo vive al 100%, dalla sala prove alla vita di tutti i giorni. Il digipack di 'Rocknado' è ben fatto, la grafica è in stile fumetto ed prende esempio dal grande Frank Miller e in particolare dal suo capolavoro 'Sin City'. Un investimento che appaga anche la parte visiva e tattile della musica. Al suo interno troviamo sette brani che gocciolano puro rock mischiato a blues, grunge e pure qualche rimembranza stoner, ossia tutto il bagaglio musicale che l'allegra combriccola ha maturato negli anni. L'album parte in gran carriera con "Polar", una rocambolesca cavalcata rock fatta di batteria che scalcia come un toro rinchiuso, basso che trasuda palpitazioni sub soniche e chitarre che si divertono come bambini in un negozio di dolci. I riff si susseguono in rapida sequenza come un tornado che si abbatte su una città inerme e rassegnata all'accidia, mentre gli assoli potrebbero risvegliare attitudini sexy anche nel novantenne più assopito. Il cantato è rigorosamente in italiano ed il timbro del vocalist è maturo, quello di uno che qualche palco se l'è sudato e non rifiuta uno o due shot di buon doppio malto. Nonostante la band abbia una palese attitudine ironica e goliardica, i testi affrontano anche temi sociali ed esistenziali, questo per insegnare che il rock e la musica in genere, sono sempre un buon strumento per far passare dei concetti importati senza banalizzarli. "The Fonz" è il singolo a cui la band ha dedicato un video continuando con i riferimenti cinematografici/televisivi, in questo caso viene preso in causa il meccanico dal giubbotto in pelle e pollice all'insù più famoso al mondo. Anche qui le ritmiche sono dritte e coinvolgenti, senza bisogno di artifici strani per far si che il piede inizi a battere il tempo in maniera autonoma. I due chitarristi srotolano una miriade di note e riff che fanno passare i centocinquanta secondi di canzone in un attimo. "Cotton Club" piace invece per le grosse influenze blues e soul, un mix di nostalgia e rabbia in cui viene chiesto in continuazione all'interlocutore di trovare qualcosa di più profondo oltre alle lenti degli occhiali indossati dal protagonista. Le scariche di chitarra distorta in contrapposizione alla linea tranquilla di voce-batteria-basso, rappresentano la perfetta metafora dell'irrequietudine che alberga dietro l'apparente calma di una persona qualunque che incrociamo ogni giorno. Un brano meno facile, che mostra il lato più inquieto del quintetto padovano, quello oltre l'inesauribile energia, dove si nascondono le profonde ferite accumulate negli anni. Un bell'album 'Rocknado', di puro rock con le giuste influenze, fatto da persone che hanno lasciato la sperimentazione ad altri e si dannano per fare al meglio la musica che hanno ascoltato e vissuto negli anni. Il valore aggiunto è che gli UGDOF si impegnano a mettere in piedi uno spettacolo oltre il puro live, ricreando una certa scenografia e coinvolgendo il pubblico per portarlo nel loro mondo dove la follia è all'ordine del giorno. (Michele Montanari)
(Self - 2015)
Voto: 70 (75 Live)
http://www.ungiornodiordinariafollia.com
Voto: 70 (75 Live)
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