#PER CHI AMA: Techno Death, Vader, Pestilence, Sadus, Obituary |
Riuscite ad immaginare come potrebbe essere un disco death metal quando si uniscono le chitarre degli In Flames migliori, con la forza intellettuale dei Pestilence epoca 'Spheres' e i Sadus psicotici di 'Illusions', il tutto spinto da pulsioni di casa Vader/Obituary? No! E ne avete ben donde, questo album ne riassume il tutto e rappresenterà per voi una sfida esagerata! 'The Silent Collapse' degli spagnoli Distilling Pain, riporta molte influenze e solca linee prog death metal già calcate da altri ma rinvigorite da una luce propria sensazionale. Sarà la qualità del sound e dei musicisti, sarà la fantasia delle composizioni che non demordono mai, né in potenza, né in qualità, tanto meno in velocità, puntando sempre al massimo, sarà che evidentemente siamo di fronte ad un disco che dovrebbe essere in prima fila sulle testate di tutte le riviste specializzate nel genere e supportato da una grande distribuzione. Tecnica e fantasia, equilibrio, classe e violenta orecchiabilità dal retro gusto thrash old school, capitanate da musicisti eccelsi, infangati nel progressive di scuola fusion fino al collo. Ogni strumento ha il suo sacro spazio, anche se le trame di un basso venuto da un altro mondo, riempiono oltremodo le aspettative dell'ascoltatore e così tra inseguimenti sonori e virate tecniche al vetriolo, si rimane esterrefatti da tanta genuina bravura e tanta cognizione verso quel tipo di suono vivo e naturale, mai compresso o artefatto. La band Galiziana, proveniente da Santiago de Compostela, luogo famoso non certo per il metal, porta la sua visione divina di un death metal iper tecnico, corretto e rivisto in modo personale e professionale, nel migliore dei modi, senza saturare il virtuosismo, raccogliendo il succo di un genere molto impegnativo da affrontare. Tutte le soluzioni sonore sono di breve durata in chiave grind d'avanguardia, nove brani per un totale di una quarantina di minuti tutti votati a un funambolico death jazz fusion metallico di rara bellezza. La sobrietà, l'intensità e tutto il lavoro di intelligence che sta dietro a 'The Silent Collapse' è palpabile tra le sue note. Esse penetrano e si lasciano toccare: “Pulling the Strings of Madness” ed il suo finale, ad esempio, ammalieranno ogni tipo di palato e per l'appetito più rigoroso il consiglio cade sull'omonima “The Silent Collapse”, che non a caso dà il nome all'intero lavoro. Il quintetto gallego risulta geniale anche in "Gears of Indoctrination", brano allucinante fin dal suo falso inizio lampo, scherzoso e inaspettato. Un lavoro immenso! Averlo è un dovere assoluto! (Bob Stoner)
(Self - 2014)
Voto: 90