#PER CHI AMA: Stoner/Psichedelia/Doom |
Il quartetto da Prato più stoner/doom del momento esce con un nuovo lavoro, il quarto in ordine temporale e non potevamo farcelo sfuggire. Come fautori di tale genere, gli Stoner Kebab non posso esimersi dalle accordature più basse possibili permesse dagli strumenti a corda e questo li avvicina al sound classico del genere, ma i nostri giocano la loro carta vincente anche in altro modo. Puntano infatti su un cantato meno tenebroso e su arrangiamenti di chitarra che rendono la loro produzione potente e allo stesso tempo diversa da altri gruppi legati al classico doom. Infatti "St. Lucy" è la prima traccia dell'album che con i suoi dodici minuti abbondanti di riff, feedback e cattiveria varia, vomita il meglio del repertorio dei quattro immondi ragazzi. Molto saggio l'assolo di chitarra al quarto minuto che regala, anche se per poco tempo, un'atmosfera post-qualcosa e ci permette di sopravvivere alla potenza inaudita di watt sperperati al vento e prendere fiato per immergersi di nuovo nella tempesta. Un brano duro come il marmo e alienante allo stesso tempo. "Mad Donna" invece è puro stoner alla Sky Valley, veloce, scandito e urlato al cielo come non ci fosse un domani. Pura energia tramutata in pressione sonora che vi scompiglierà la lunga barba e se non ce l'avete già, provvedete al più presto. La quarta traccia è "Sex Sex Sex" che viene introdotta dal sitar che negli ultimi anni sta imperversando nelle produzioni stoner, forse per quella componente tribale che si cerca di ritrovare nelle nostre profonde radici su questo arido pianeta. Poco dopo lo strumento a corde indiano viene schiacciato da uno dei riff più lenti e oscuri della storia del doom, ma non pensate che sia finita qua. Gli Stoner Kebab cambiano ancora direzione e ci regalano un break psichedelico con tanto di tastiera. Verso la fine il riff si ingrossa pur rimanendo fedele alla linea simil anni settanta. "The Monster" chiude la versione digitale di "Simon" (nel cd fisico troverete una traccia in più) e ci circonda con i suoi lunghi tentacoli, come in una novella di Lovercraft, dove l'immenso orrore è pronto ad assalirci e trascinarci nei profondi abissi senza tempo. Un brano molto emozionale, da non ascoltare assolutamente al buio e da soli, la pazzia potrebbe avere la meglio... La band è sicuramente valida e il loro meritato successo è proprio dovuto alla loro sfrenata pazzia che non ha certo paura di sperimentare. La costante crescita rispetto ai precedenti lavori ci fa sogghignare e possiamo solamente immaginare cosa ci aspetta in futuro. Nel frattempo mi cospargo di cenere il capo per averli persi al Circolo Bahnhof di Montagnana, ma cercherò di rimediare al più presto. (Michele Montanari)
(Santa Valvola Records - 2013)
Voto: 80