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domenica 20 ottobre 2024

Serj Tankian - Foundations

#PER CHI AMA: Alternative Metal
Qualche sera fa, a cena, mi hanno chiesto cosa pensassi del nuovo EP di Serj Tankian, rapportandolo poi alla musica della band madre, i System of a Down (SOAD). Ne approfitto per rispondere a chi mi ha fatto questa domanda, scrivendo questa breve recensione, elogiando peraltro 'Foundations', un disco che riassume appieno la cultura musicale di Serj, fatta di sperimentalismi vari, improvvisazioni, punk e alternative, il tutto poi corredato da tematiche sempre ben calibrate su questioni mondiali o temi del paese d'origine dell'artista, l'Armenia, con lo scopo di non dimenticare quanto di deprecabile è accaduto lungo la storia. E Serj lo fa con i mezzi che ha sempre avuto a disposizione, la musica e cinque mai pubblicate tracce che esplodono con la furia punk hardcore dell'opener "A.F. Day", una song che a quanto pare, risale addirittura agli albori dei SOAD e che mostra una componente vocale piuttosto lontana dalla timbrica invece riconoscibilissima del frontman statunitense. Ben più indirizzata lungo i consueti binari di Serj, è la successiva "Justice Will Shine On", in cui la voce di Mr. Tankian torna su vibrazioni a noi note, dedicando la traccia ai sopravvissuti del genocidio armeno. Qui il cantante ci regala ottime melodie avvolte da un velo malinconico, maggiormente rilevabile nei cori e in un finale davvero da brividi. "Appropriations" apre con un bell'arpeggio di chitarra e la voce pulita di Serj in primo piano, a evocare i fasti dei SOAD, in una gamma musicale che si muove tra chiaroscuri armonici, riffoni più potenti e qualche rimembranza orchestrale. "Cartoon Buyer" sembra indirizzarsi verso la più classica delle ballate, ma una sterzata ritmica e delle belle urlate di vecchia scuola SOAD, la rimettono in carreggiata, pur non rinunciando ad atmosfere più soffuse che ritorneranno nel corso del brano, sempre seguite però da vorticose linee di chitarra che mi hanno evocato un che dei SOAD si 'Steal This Album!'. "Life's Revengeful Son" è l'ultimo intimistico, e obliquo, pezzo del disco, in cui la voce di Serj tocca vette sublimi, con il brano a muoversi tra partiture selvagge e anfratti orchestrali che ci riconsegnano un artista, ancora una volta, in super forma. Peccato solo si tratti di cinque pezzi, Serj mi sembra qui particolarmente ispirato. (Francesco Scarci)

(Gibson Records - 2024)
Voto: 75

sabato 26 marzo 2022

Serj Tankian - Orca Symphony No. 1

#PER CHI AMA: Orchestral Symphonic Rock
Tankian sosteneva che l'orca, in quanto metà balena e metà delfino, rappresentasse meglio di qualunque altro animale la dicotomia insita nell'essere umano. In copertina vedrete due orche incastrate nel simbolo yin-yang cinese e tutt'intorno una cornice di note sul pentagramma: a questo punto vi rallegrerete che 'Orca' sia un lavoro interamente strumentale. E che lo spacciatore di Tankian non sia un minotauro. Sprovvista delle sofisticate architetture matematiche della sinfonia classica, la composizione evolve come una sorta di flusso di coscienza collettivo, scarsamente o affatto narrativo, ma comunque dotato di quella solenne forza descrittiva tipica di certe indovinate colonne sonore. C'è ancora (un po' dappertutto, ma specialmente in "Act I" e "Act III") quel piano irriverente e gigione che ricordate in 'Elect the Dead Symphony'. Mancano stavolta i tipici lallalla laralallà tankianeschi riempispazio, ma a occhio non mi sembrate così dispiaciuti. Peraltro, non vorrei dire, ma il tema di "Act III - Delphinus Capensis" è uguale sputato a Fra Martino Campanaro. (Alberto Calorosi)

(Serjical Strike Records - 2013)
Voto: 65

https://serjtankian.com/

sabato 12 novembre 2011

Serj Tankian - Elect the Dead Symphony

#FOR FANS OF: Symphonic Progressive Rock
In the silence of a rainy morning, dim light coming out from the window, a stream of music came to envelop me. And slowly I realized that my heart beat was following the pulse of the music. That was the first time I heard the “Elect the Dead Symphony” by Serj Tankian. I mean, we all know him from System of a Down and I have always appreciated Serj for his uniqueness. But hearing this CD of 14 songs, re-orchestrated in order to be performed with the Auckland Philarmonia Orchestra, I was speechless. And that my friends, does not happen often to me! Starting with “Feed us”, Serj takes us into his magical universe. He has a voice that awakes the conscience and moves forward to the collective subconscious, disturbing the dormant hearts. You do not even perceive that there is a life audience, clapping and shouting. The magic continues throughout the whole CD. Constantly changing styles, without obviously being afraid of experimenting, Serj goes from oriental fairytales with “Blue” to war marches in “The Sky is Over”, to burlesque atmosphere with “Lie, Lie, Lie”. Serj really unravels his voice in this release, defending his title as one of the best vocalists of today and in the same time, he does not lack of condensed messages in every song. Politics, war, economy, environment and of course, love. You will find here the first played “Gate 21”, which for me is the top track of this CD, together with the lyric “Empty Walls”. In the end of the hearing, you will be left feeling like you are one of the crowd in Patrick Suskind’s novel “The Perfume”. You just want to tear him apart, to consume him, in the hope that you will make even a tiny piece of this musical genius, a part of you. Let him take you to that beautiful, heartbreaking, arousing journey of his. Listen to it without second thoughts and spread the word of Serj. You will thank me later, as I thank the one who first played this CD for me. Respect… (Sofia Lazani)

(Warner Bros. Rec)
Rate: 85