#PER CHI AMA: Stoner Rock/Post Grunge |
Il grunge dopo la sua prima fase esplosiva non ha avuto vita facile negli anni a seguire.
La sua sopravvivenza è stata graziata dalla sua capacità di evolversi e intersecarsi con realtà parallele come il metal e la psichedelia che in parte erano già nel suo DNA, di fondersi con lo stoner rock e usare la spinta di certo punk/hardcore meno estremo, questo per garantirsi un futuro dignitoso.
Il caso degli svizzeri Das Röckt è da manuale in quanto riescono a fondere al meglio e con ottimi risultati, la musica degli ultimi Queens of the Stone Age con il buon vecchio stoner della band di culto dei Lowrider, passando per il supergruppo Wellwater Conspiracy e gli intramontabili Sixty Watt Shaman, dando vita ad uno speciale connubio di potenza e orecchiabilità, inaspettato e coinvolgente.
I primi quattro brani volano veloci, trascinati da riff centratissimi alternati a fasce di musica psichedelica venata di sfumature hardcore, dal taglio melodico ma sempre molto abrasivo (il brano d'apertura, "Run Your Course Crazy Star", è memorabile).
Una certa psichedelia pesante e claustrofobica, etichetta i brani con quell'intensità sonora che caratterizza gli ultimi più orecchiabili album dei Mastodon ("Where's the Acid Party") svanendo immediatamente dopo, per immergersi in un indie rock alternativo radiofonico di sicuro impatto con il brano "My Meat Car", spiazzante creatura a metà tra 7Zuma7, Therapy? e i primi And You Will Know Us by the Trail of Dead.
Brani di ottima fattura e tanta cura in fase di produzione, belli i suoni, mentre la copertina dovrebbe a parer mio riflettere maggiormente il lato pesante e tagliente della band, anche se, bisogna ammetterlo, si nota nella sua grafica così originale, una certa voglia di fuggire dai soliti cliché omologanti del genere pseudo stoner/rock psichedelico contemporaneo.
Quaranta minuti di musica potente e fantasiosa che accomuna gusti differenti in ambito rock, dove il grunge acido degli Stone Temple Pilots e il metal dei The Almighty, incontra il sound alternativo e trascinante degli Arctic Monkeys, suonato come se a farlo fossero gli Apollonia, gli At the Soundown o addirittura i More Than Life.
Voi potreste dire che è un frullato di musica troppo esagerato, che un miscuglio così non può portare a niente, tuttavia, credetemi senza indugio quando vi dico che sin dal primo ascolto, dalla prima nota, vi convincerete dell'esatto contrario.
Questa band elvetica ha superato il confine, ha centrato in pieno il bersaglio, creando un piccolo gioiellino con questo album, inventando un'esplosiva, originalissima e godibilissima miscela di pesante rock intelligente, abrasivo, adulto e fantasioso, distante dalla solita routine.
Una band tutta da osannare!
Ascoltatevi il trittico conclusivo costituito da "1981", "Georgia O'Kneefe" e "Spinning Glass" e ditemi come vi siete sentiti dopo averlo fatto...meravigliati?
Un disco esemplare. (Bob Stoner)
(Cold Smoke Records - 2015)
Voto: 90