#PER CHI AMA: Stoner, Queens of the Stone Age |
Gli Obese sono una band di recente formazione, proveniente dall'Olanda più precisamente dalla città di Utrecht. Il quartetto ha esordito l'anno scorso con il singolo "The Lion", accompagnato da un bel videoclip che ha consentito alla band di entrare con stile nel folto gruppo di band stoner che popolano l'attuale scena. Questo, insieme ai live, ha stimolato l'interesse di Argonauta Records che ha pensato bene di non lasciarsi sfuggire un'occasione così appetitosa. Detto fatto, l'act dei Paesi Bassi è entrato in studio e ha sfornato l'album 'Kaly Yuga', nove tracce di duro stoner con influenze sludge, che ben si abbinano al palato dei musicofili più appassionati del genere. Il packaging è un digipack semplice, ma graficamente appagante per via di un design dallo stile neoclassico e comunque essenziale anche per quanto riguarda le informazioni sulla band. In concomitanza al lancio dell'album, l'ensemble ha affrontato un breve tour europeo, come dire, alla vecchia maniera con tanto di furgone sgangherato (e annessa foratura di una gomma durante il viaggio), parecchi chilometri macinati, ettolitri di birra e tanto sudore sui palchi dei piccoli e grandi live club. Su Internet trovate anche un video documentario che mostra simpatici retroscena e alcuni luoghi suggestivi incontrati per la strada. Passando alla musica, 'Kali Yuga' apre (sarebbe meglio dire esplode) con "Enion", una martellata doom che mette in chiaro subito il taglio sonoro degli Obese. Chitarra pesante, ruvida e distrutta a livello molecolare dall'uso massiccio delle distorsioni e riplasmata insieme al basso per devastare e lasciare intontiti davanti al muro di decibel erto. Ritmica al limite del doom, impreziosita dal lavoro curato del batterista che da sfogo alle sue doti tecniche. Il vocalist rincara la dose sfruttando il proprio timbro vocale graffiante e maturo, quasi un growl melodico che aumenta l'impatto sonoro e conferma il taglio tenebroso del brano. Verso la fine, la chitarra si diletta in riff più eleganti e si comincia a sentire l'influenza dei QOTSA, che verrà confermata dai successivi brani. "The Bitter Blast" infatti sfrutta l'appeal della band americana per poi trasformarlo in un mix sonoro più cupo. La chitarra ovviamente contribuisce molto in questo frangente, si sente anche il buon lavoro a livello di arrangiamenti, mentre l'assolo a tre quarti di brano, allenta la tensione e regala un momento di positività all'ascoltatore. Tutto sarebbe stato vano se la sezione ritmica non fosse all'altezza, ma basso e batteria viaggiano sempre appaiati come il pilota di sidecar e il suo fedele passeggero. Bellissimo il finale in crescendo, che lascia i riff stoner alle spalle e si butta a capofitto in un meraviglioso tripudio sludge. "Red as the Sun" è il brano utilizzato per il recente video della band e la scelta è di quelle giuste, con la canzone che esprime al meglio l'essenza del quartetto olandese. Groove a palate, riff che cavano il fiato dai polmoni e una ritmica trascinante che rende il brano ossessivo. Si apprezza anche la qualità della registrazione, non eccessivamente hifi e che segue il filone vintage del genere. Un esordio ben riuscito, gli Obese riescono bene nel loro intento senza eccedere in sperimentazioni, ma andando al sodo ovvero scrivendo dei pezzi che si fanno apprezzare per la loro carica energetica e per l'impatto ruvido che avrà sulla vostra pelle da rocker. (Michele Montanari)
(Argonauta Records - 2015)
Voto: 75