#PER CHI AMA: Black
Metal, Kvist, Behexen
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Dalle lande innevate e dai gelidi fiordi della Norvegia (ops, Sardegna) arrivano gli Infamous. Sorvolando la ricercata (ed assolutamente, introvata) truezza della copertina, mi accingo ad immergermi nel lavoro dei signori S.A ed Alessandro. Dopo alcuni secondi di adattamento a causa della bassa qualità della registrazione (ancora più bassa di come vuole la buona vecchia scuola black norvegese) mi inoltro nelle oscure foreste sarde, auspicando di trovare buona musica. L'intro di “Of Solitude and Silence” non è affatto male, prima di sfociare in un riff leggermente fuori luogo con la composizione. Fortunatamente la situazione migliora con l'avanzare della traccia, rendendola molto godibile. Addirittura saltano fuori da non si sa dove delle tastierine, che assomigliano molto a quelle degli anni d'oro dei Thyrfing. Traccia 3 – “Grey Euphoria”: non credo ci sia cosa più fastidiosa che abbia mai ascoltato nel mondo del black metal. A parte i gruppi nsbm ovviamente, quelli sono imbattibili. Veramente geniale comunque dato che subito non avevo letto il titolo. Premio all'originalità e alla sfrontatezza. Proseguendo l'ascolto, l'album non migliora, e tracce come “Rex Verminorum” e “Human Scum” riescono a malapena a rasentare la sufficienza, trasformandosi in un noioso passatempo musicale. Questo loro primo full-lenght però, non è così pessimo come sembra. È ascoltabile, se siete abituati ad ascoltare black intendo, anzi vi posso rassicurare dicendo che ho sentito cose ben peggiori e molto più conosciute (ma non voglio fare nomi anche perché magari a qualcuno piacciono veramente, vero Franz). Alcuni riff sono alquanto azzeccati e le tastiere ovunque siano, rinnovano quell'aria malsana di musica già sentita. È un peccato che “Lugore” sia l'outro dell'opera, perché con i giusti provvedimenti, poteva diventare la traccia di svolta dell'album, la vera sorpresa della pubblicazione. Ma il problema principale è che certe composizioni come “Spiritual Desolation” o la title track, che hanno veramente degli interessanti intermezzi, purtroppo si perdano nella dilagante banalità della traccia, disperdendosi in riff riciclati e interludi inetti. Da risentire. (Kent)
(Novecento Produzioni)
Voto: 60
Voto: 60
I Sardi black metallers Infamous ci propongono questo album uscito
per la Obscure Abhorrence e registrato nel 2010. La band vuole rievocare
l'onda black degli anni novanta, Burzum, Graveland o Sargeist in testa,
ma il suono del duo non mette in risalto la vera forza dei brani che
vivono di sola luce derivata dalla tastiera onnipresente che evoca a
fasi alterne atmosfere epiche e più tenebrose. L'impatto è scarno e
derivativo, con composizioni monotone anche se suonate in modo molto
intenso, la voce potrebbe essere un punto di forza ma l'effettistica la
rende dispersiva e distante, l'artwork di copertina basilare, poco
definito e ricercato. Lo sforzo creativo c'è e le idee pure ma non
bastano per far decollare un intero lavoro che probabilmente si è voluto
rendere più oscuro di quello che doveva, in realtà alcune melodie
dell'album distano anni luce dal genere in questione e il suono in
generale sembra sempre impastato nel fango, poi l'uso eccessivo della
tastiera potrebbe aprire più prospettive in ambito symphonic/epic/prog
metal che in ambito black. A nostro avviso una produzione e un mixaggio
più consono l'avrebbe reso più corposo e competitivo, una veste più
professionale avrebbe proiettato i nostri in un'orbita più moderna e di
tutt'altro spessore. Comunque la band c'è anche se deve (s)chiarire le
idee sulla direzione da prendere in futuro, noi proponiamo la traccia
"Human Scum" come migliore dell'album e speriamo sia di buon auspicio
per poter sentire l'act isolano nella sua forma migliore. (Bob Stoner)
(Obscure Abhorrence Prod.)
Voto: 65