#PER CHI AMA: Progressive Rock |
È veramente con tanto piacere che scrivo di questo lavoro dei nostrani Unreal City, gruppo dedito, fin dagli esordi nel 2008, ad un bel progressive piuttosto classico cantato in italiano. Reduci dalla pubblicazione di un EP prima, e di un debutto sulla lunga distanza poi, questo secondo album si presenta in tutta la sua imponenza: 71 minuti di ottima musica, atmosfere che cambiano in continuazione e testi degni di un'opera di tale importanza, disegnano il quadro di quello che 'Il Paese del Tramonto' ha da offrire all'ascoltatore. Per uno come me, cresciuto con il sottofondo dei vecchi vinili di prog anni '70 di mio papà, questo CD ripresenta un genere per il quale l'Italia ha avuto di che potersi vantare. Sarebbe davvero inutile e superfluo nominare i tanti gruppi che hanno contribuito a rendere il prog una vera e propria pietra miliare del sound creato nei '70s. Inutile perché in queste righe voglio rendere giustizia agli Unreal City, che nonostante la giovane età, hanno saputo creare un disco che potrebbe far bella mostra di sé sugli scaffali accanto ai mostri sacri del genere. Cambi di tempo molto naturali, mai nessuna forzatura, poche sviste a mostrare ad ogni costo l'ottima preparazione dell'act di Parma che comunque è presente, ma sempre a servizio della canzone. I passaggi jazzistici tipici del prog ci sono, piacevolissimi “discorsi” tra chitarra e tastiera ci accompagnano lungo le 7 tracce, con la suite “ Ex Tenebrae Lux”, posta in chiusura e divisa in quattro parti. Il CD è registrato divinamente, i suoni sono limpidi e ben si amalgamano alla voce di Emanuele Tarasconi che divide il “lavoro” con Francesca alla chitarra, Dario al basso e Federico alla batteria, tutti musicisti che meritano i complimenti, bravi sul serio. Come per tutti gli album “importanti”, bisogna ascoltare varie volte il disco prima di apprezzarne le molteplici sfumature e finezze, ma fidatevi che non è per niente un sacrificio, anzi. Soprattutto, bisogna considerare 'Il Paese del Tramonto', come un'opera da comprendere nella sua totalità, cercando di evitare l'ascolto di una singola traccia; solamente in questa maniera la musica verrà fuori in tutta la sua bellezza, in un crescendo di emozioni e atmosfere che renderanno i 70 minuti d'ascolto, talmente veloci da sembrare perfino pochi. Ed è anche per questa ragione che non riesco ad esprimere la mia preferenza per una singola traccia, anche se “Lo Schermo di Pietra” presenta una struttura che potrebbe avvicinarsi all'ipotetico potenziale “singolo” del disco. Un lavoro ben costruito e ben realizzato che rende giustizia ad un gruppo valido come gli Unreal City, che entra di diritto nella mia TOP 5 per ciò che concerne il 2015. Solo applausi per questi quattro ragazzi, che si meritano le platee del Tour Europeo che sta toccando e che toccherà svariate località in lungo e in largo per il vecchio continente. Sono sicuro che al mio applauso, se ne aggiungeranno tanti altri. (Claudio Catena)
(AMS Records - 2015)
Voto: 85