#PER CHI AMA: Death Doom, Insomnium, Black Sun Aeon |
Dall'infinita distesa di lande finlandesi, ecco sbucare i Kaunis Kuolematon, con il loro secondo Lp, 'Vapaus', arrivato a distanza di tre dal fortunato debut, 'Kylmä Kaunis Maailma'. Ci troviamo al cospetto di un quintetto che abbraccia membri ed ex di Sinamore, Routasielu ed End of Aeon, tanto per citare qualche nome, non certo degli sprovveduti pertanto, bravi qui a proporre un bell'esempio di death doom cantato in lingua madre. E 'Vapaus' alla fine, affianca e sorpassa la performance del debutto dei nostri grazie ad una prova carismatica, tipica delle band finniche. I ragazzi di Hamina impressionano lungo i nove brani di questo lavoro, mostrando energia, passione e devozione per un sound che passa in rassegna altre grandi realtà locali, e penso ad Insomnium e Swallow the Sun, non dimenticando le lezioni passate di Amorphis e Black Sun Aeon. E allora dopo la suggestiva intro (che vede peraltro proporre le parole del poeta finlandese Eino Leino), ecco immergermi nel granitico ma assai melodico sound di "Eloton", pezzo assai compatto che vede la presenza di una gentil donzella a smussare le possenti growling vocals del bravo Olli. Il disco prosegue con la più dinamica "Hurskas", massiccia a livello ritmico, quanto assai fresca in termini melodici. Uno splendido break spagnoleggiante le conferisce poi quella marcia in più per prendere le distanze dai maestri e per coltivare una proposta tutta propria, dando largo respiro alle chitarre e a delle melodie che salgono d'intensità e aprono alla più drammatica "Yksin" e ad un'altra chitarra acustica da brividi. Proprio in questo, i cinque musicisti finnici cercano il cambio di marcia rispetto ad altre band che propongono questo genere: una voce pulita, opera di Mikko ed un lento e inesorabile giro di chitarre che richiamano gli Amorphis di 'Elegy', sebbene il rifferama sia qui decisamente più compassato. Poi ecco tuonare "Tuhottu Elämä" (song da cui è stato anche estratto un video), dove maggiore spazio viene concesso alle brillanti clean vocals di Mikko. Quello che continua a convincere è quell'alternanza tra atmosfere più pesanti e tirate a momenti più rilassati ed onirici, proprio come accade verso metà brano che preannuncia un finale da urlo, avvolto in una spirale di affascinanti melodie. Con "Ikuinen Ikävä" si ritorna a suoni più canonici per il genere, ma la traccia si conferma comunque dotata di un certo spessore e di una velata vena cibernetica, pur rimanendo ammantata di una spessa coltre nostalgica. "Ikaros" ripropone l'alternanza vocale tra i due frontman su di un tappeto ritmico costantemente in bilico tra death e doom, proposti però in chiave emozionale. Siamo ormai sul finire, ma c'è ancora tempo per la splendida "Arvet", che ammiccando ai Throes of Dawn, mette in luce ancora una volta le capacità canore del bravo Mikko. A chiudere, ci pensa la più melliflua e darkeggiante "Sanat Jotka Jäivät Sanomatta", ultimo atto di un signor album che merita assolutamente tutta la vostra attenzione. (Francesco Scarci)
(Haminian Sounds - 2017)
Voto: 80