#PER CHI AMA: Black
Metal, Folk, Helrunar, Drautran
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Sono sensazioni altalenanti quelle che derivano dall’ascolto del secondo album degli Árstíðir Lífsins, formazione per metà islandese e per metà tedesca, che annovera tra le proprie fila anche membri di Helrunar e Drautran. Certo, non si può negare che la musica proposta dal gruppo sia di pregevole fattura. Per di più la raffinata commistione tra elementi folk e black metal costituisce un elemento di sicuro interesse per tutti gli amanti di queste sonorità. Cos’è che non funziona, dunque? Forse il problema è l’aspettativa. È probabile infatti che ogni buon intenditore del genere pagan-folk venga conquistato dal suono dell’album con una certa facilità riconoscendo immediatamente che l’uso di aggettivi quali “pregevole” o “raffinato” non sia affatto casuale, ma è proprio quando le premesse sono così invitanti che cresce l’attesa. In poche parole, l’attesa che qualcosa di straordinario ed emozionante accada durante l’ascolto. Ebbene, gli Árstíðir Lífsins si muovono impeccabili lungo un percorso di nove brani dal fascino indiscutibile, ma si limitano ad affrontare i sentieri più facili e sicuri, quelli già battuti da chi li ha preceduti nel loro cammino, senza osare qualcosa in più e senza mai deviare dal percorso prestabilito. Talvolta gli scorci più belli di un paesaggio si scoprono avventurandosi oltre i confini già esplorati, ed è in quei momenti che nasce un’emozione. Peccato che la composizione di “Vápna Lækjar Eldr” sia rimasta intrappolata dentro quei confini, ricalcando alcuni schemi già sentiti e offrendo rari momenti di slancio. L’uso in chiave folk dei cori, della chitarra acustica e degli strumenti ad arco, è tutt’altro che disprezzabile e nel complesso si riconosce un contributo importante da parte di ciascuno dei quattro strumentisti a creare atmosfere piacevoli che elevano l’album ben al di sopra della media. Tra l’altro il connubio tra sonorità estreme e tradizionali, non scade mai nel cattivo gusto, per cui sarebbe ingiusto muovere un appunto al gruppo sul lato prettamente tecnico o sulla loro capacità di creare delle composizione strutturate. Quel che manca davvero è la carica emozionale. I primi tre brani, per quanto timidi, lascerebbero sperare in un decorso ben più coinvolgente, ma poi l’album si arena nella monotonia ed è necessaria un po’ di pazienza, prima di incontrare qualcosa di realmente appassionante. Tanta pazienza, a dire il vero, considerato che stiamo parlando di 77 minuti di musica e che i brani più riusciti siano i due posti in chiusura alla scaletta. "Svo Lengi Sem Sutrs..." e "Fjörbann..." fanno dunque riacquisire quota all’album con la forza delle percussioni, l’asprezza del cantato e la poesia di alcuni intermezzi di synth-piano e violino. Così l’ascolto si conclude in bellezza e quantomeno rimane la sensazione che il contenuto musicale di "Vápna…" sia all’altezza della sontuosa ed ingombrante confezione a libro che racchiude il cd e che va menzionata non solo per dovere di cronaca, vista l’abbondanza di pagine e la cura grafica con cui è stata realizzata. (Roberto Alba)
(Ván Records, 2012)
Voto: 75
http://www.arstidirlifsins.net/
Voto: 75
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