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sabato 10 febbraio 2018

Deadspace - The Liquid Sky

#PER CHI AMA: Black/Shoegaze/Depressive Rock, Novembre, Katatonia
È stato un po' un amore a prima vista quello che ho avuto con gli australiani Deadspace: ho dato un ascolto quasi per sbaglio al loro ultimo 'The Liquid Sky' e in un battibaleno, mi sono ritrovato ad aver acquistato la loro intera discografia. Perché mai penserete voi? Ebbene, vi basti premere il tasto play del vostro lettore e dopo l'intro, affidata a "The Aching...", farvi rapire dalle splendide melodie di "Void", cangiante, melodica ed aggressiva in un connubio artistico in bilico tra post-black e sonorità più intimistiche, tipiche dei nostri Novembre, e ancora fughe in territori progressive (splendida a tal proposito la sezione solistica) che appunto, hanno fatto in modo che mi perdessi la testa cosi precocemente per questo ensemble originario di Perth. Più cupa "Below The Human Scumline", forte di un'ottima sezione ritmica e di un dualismo vocale scream/clean che ne conferisce dinamicità e drammaticità. "Reflux" richiama per linee melodiche 'Brave Murder Day' dei Katatonia, sebbene l'irruenza musicale sfoci ancora in partiture black, stemperate però da cori puliti che ne fuorviano il risultato complessivo. La durata non eccessiva dei brani (che si assesta sui quattro minuti, a parte un paio di picchi oltre i sette) agevola non poco l'ascolto e l'assimilazione della proposta sonora dei Deadspace, che anche in "The Worms Must Feed" fanno stropicciare gli occhi per l'eleganza mista a ferocia. "Kidney Bleach" è una ballad, si avete letto bene, in cui fa la sua comparsa anche una gentil donzella, Portia Gebauer, che ben duetta con il fratello Chris, frontman della band. Con "Comatose" si esplorano i territori del dark-depressive rock, in una song che vede una seconda ospitata, Drew Griffiths dei Ur Draugr, e che si dilaterà nella suadente strumentalità di "Only Tears", prima del gran finale affidato alla title track. Gli ultimi minuti della storia narrata dai Deadspace (trattasi di un concept album) culminano con un'altra song dall'inizio rilassato che ben presto sfocerà in un arrembante progressione mozzafiato sempre a cavallo tra black, rock dalle tinte progressive, shoegaze, dark e gothic, che sanciscono l'emozionalità di un disco davvero interessante e che per lungo tempo ci darà modo di parlare di questi notevolissimi Deadspace. (Francesco Scarci)

(Talheim Records - 2017)
Voto: 85