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martedì 9 settembre 2014

Humut Tabal - The Dark Emperor Ov The Shadow Realm

#PER CHI AMA: Black/Thrash, Absu, Unanimated, Emperor
Humut Tabal, nel Pantheon mesopotamico, era il nocchiero degli Inferi, dotato di testa d'aquila, quattro mani e piedi. Da qui traggono ispirazione i nostri blackster texani, per quanto riguarda il loro monicker. Gli Humut Tabal vengono da Dripping Springs e 'Dark Emperor ov the Shadow Realm' rappresenta il secondo infernale lavoro dopo il debut del 2009 e un paio di split cd in compagnia di Weoran e Plutonian Shore. La band riparte là dove aveva lasciato, ma con una maggior consapevolezza dei propri mezzi, con un sound che da un punto di vista chitarristico, sembrerebbe provenire dalle lande scandinave, mentre nella sua globalità suona "Made in US" al 100%. Otto le tracce a disposizione per godere dell'oscura ferocia offerta da Grimzaar (chitarra, synth e voce), AED (basso) e il devastante Njord alla batteria. Le danze si aprono con la lunga "Across the Boundless Land ov Death", song che mostra una certa maturità a livello di songwriting e che abbina la brutalità del black americano (un po' influenzato anche dal death metal) con le taglienti melodie del nord Europa. Roboante nel suo incipit la seconda "Through the Forest and Twisting Shadow", song che si muove tra ritmiche maestose a la Emperor e un taglio vocale che sa di Cradle of Filth, stagliandosi su velocità al fulmicotone che vengono spezzate da un mid-tempo centrale, in cui a porsi in maggiore evidenza è il potente suono del basso e delle vibranti chitarre conclusive. Si continua a pestare con "Furious Winged Helldaemons Soar" song che miscela il thrash metal statunitense anni '80 con il black a stelle e strisce, pesantezza e velocità allo stato puro. Con "Alone, in Purest Silence", i ritmi tornano umani ma si innalza una coltre di fumo spettrale che mi richiama gli Absu in salsa svedese, e ci prepara alla violenza disarmante di "The Misanthrope ov the Barren Waste Becomes", scheggia impazzita che si muove tra gli Unanimated più corrosivi e l'imponenza degli Emperor. Colpi di artiglieria pesante aprono "Wielder ov the Daemon Blade", vi avevo accennato alla potenza di fuoco del drummer no? La song in realtà potrebbe essere comparabile ad una semi ballad (passatemi il termine vi prego) in stile primi Cradle of Filth, che comunque trova modo di sfociare in un gothic black dalle tinte sinfoniche. Con l'ipnotica "In the Shade ov Lord Satan's Wings" (in assoluto la mia traccia preferita) e la conclusiva folkeggiante title track, il tumultuoso sound degli Humut Tabal riesce a condensare tutte le proprie influenze in modo assai convincente: Emperor, Dissection, Cradle of Filth, Absu, Immortal, Testament e Black Funeral, finiscono tutti per sgomitare nei solchi di queste due song, defininendo nuove Colonne d'Ercole al genere. Humut Tabal, la rinascita dagli inferi. (Francesco Scarci)

(Self - 2014)
Voto: 75