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martedì 22 gennaio 2019

Taur-Im-Duinath - Del Flusso Eterno

#PER CHI AMA: Black, Umbra Noctis
Se Cristo si è fermato ad Eboli, proprio da qui parte la proposta dei Taur-Im-Duinath (che in lingua "tolkeniana" sta per foresta fra i fiumi), one-man-band di F., già membro dei Pàrodos e live session degli Scuorn. 'Del Flusso Eterno' è il full length d'esordio del musicista campano che affronta in queste otto tracce, il tema del viaggio spirituale, teso ad abbracciare la circolarità dell'Universo e le sue forze di creazione e distruzione. Temi filosofici interessanti che si accompagnano a quelli altrettanto delicati della condizione umana, sorretti da un sound votato ad un black metal epico e feroce, il tutto rigorosamente cantato in italiano. Scelta azzeccata, un po' controcorrente rispetto ad un monicker che si rifà invece alla tradizione elfa, ma niente da obbiettare sia chiaro, solo un pensiero ad alta voce il mio. Si parte con la classica sognante intro e poi spazio a "Rinascita" e ad un black secco ed essenziale, forte nell'epicità delle sue chitarre, un po' meno nel minimalismo artificioso della drum machine. Ottime le vocals, graffianti, e sempre intellegibili, che ci permettono di seguire le liriche del factotum italico. "Cosi Parlò il Tuono" irrompe selvaggia, con un sound che potrebbe ammiccare ai Windir per epicità, ma anche agli Emperor e ai nostrani Umbra Noctis, sebbene non manchino momenti più doom oriented, soprattutto nella parte conclusiva del brano che segue peraltro uno splendido assolo dal forte sapore rock che attenua una ritmica incessante, di nero sentore post-black. La title track è una traccia più classica, legata a schemi canonici e derivativi dalla fiamma nera: chitarre zanzarose, il classico screaming, buone melodie mid-tempo e apparentemente poc'altro. La song cattura l'attenzione infatti per un malinconico break centrale di chitarra acustica e delle voci sussurrate, e per una conclusione finalmente accattivante. Un mini break di quasi due minuti per prendere fiato e ripartire dalla primordiale "Il Mare dello Spirito", una song che miscela il black ad una sempre più sentita vena malinconica. Un intro di un minuto e mezzo prepara "Ceneri e Promesse", song dal piglio solenne, strisciante nel suo incedere, quasi al limite dello sludge, che sembra prendere le distanze dalle altre song del lotto. Insomma, gli ingredienti per fare bene ci sono tutti, sebbene un certo ancoraggio a sonorità del passato un po' troppo abusate e a certe leggerezze a livello di produzione. Peccato poi per un outro francamente inutile, avrei optato per qualcosa più in linea con la proposta della band. Considerato lo status di debutto, 'Del Flusso Eterno' è comunque una release positiva, per cui auspico una maggior cura nei dettagli nei lavori a venire. (Francesco Scarci)