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lunedì 17 aprile 2017

Sekhmet - Spiritual Eclipse

#PER CHI AMA: Black/Death, Unanimated
Sembra che i cechi Sekhmet abbiano dovuto tribolare un pochino per il rilascio del loro ultimo 'Spiritual Eclipse', a quanto pare per vicissitudini legate alla registrazione. Sono dettagli che comunque non inficiano il risultato finale di quest'uscita, la quinta sulla lunga distanza da parte del quintetto di Děčín, in una discografia che include anche sei split. Concentriamoci però su quest'ultimo lavoro che ha da offrire il proprio inno a Satana attraverso otto (+ intro) tracce devote ad un black metal ferale, ispirato e melodico. Con "Religious Infection" entriamo nel mondo di questi guerrieri votati ad un sound maligno di derivazione scandinava che si muove tra accelerazioni nevrotiche, blast beat, screaming vocals davvero convincenti (sebbene l'arrivo di un nuovo vocalist, che ben si è inserito nella formazione ceca), supportate da più rari ed epici vocalizzi. Inusuale il lavoro dietro le pelli (una piacevole costante del disco) nella esplosiva "The Greatest Deception", song dall'incedere belligerante che si muove su pattern ritmici che li avvicinano piuttosto al suono di una contraerea, pur non disdegnando sprazzi di melodia, rallentamenti funesti e udite udite, anche un brevissimo assolo. "Enforced Discipline" sembra uscita da un disco black'n roll dei Darkthrone grazie a quella sua vena punk contrappuntata da un drumming bello tirato, chitarre assai corrosive e le arcigne vocals del frontman Agares a disseminare il proprio odio. È ancora una volta il lavoro affidato alle asce (in tremolo picking nel finale) a garantire momenti di goduria con un altro assolo taglia aria. I nostri non sono certo degli sprovveduti e lo si evince nella loro capacità di sciorinare riff deflagranti ("Die for Your God", una song che in alcuni squarci di chitarra mi ha evocato gli Slayer) piuttosto che atmosfere più infernali, come nell'incipit sinfonico di "Fanatical Worship", pezzo mid-tempo dotato di un riffing di scuola svedese (Unanimated) e di magnifiche melodie evocanti anche i primi Dissection. Martellante è "The Doctrine Falls", song selvaggia che evidenzia un bel lavoro al basso ad opera di Mephisto e un dicotomico approccio vocale affidato a vocals epiche e altre disumane. "Death is the Law" rappresenta la summa di 'Spiritual Eclipse', muovendosi in un saliscendi viscerale di accelerazioni black, vocalizzi accostabili ai Mayhem, partiture death, un breve intermezzo elettronico e per concludere, anche un bell'assolo di chitarra che sancisce la consacrazione di una band che vive nell'ombra dell'underground ma che meriterebbe ben altri palcoscenici. Se proprio devo trovare un neo all'album, potrei affermare che il songwriting è ancora migliorabile, ma c'è tempo di nuovi accorgimenti in un nuovo futuro album. Ah dimenticavo, l'ultima song è "Funeral Bitch", cover dei Marduk, riletta in chiave Sekhmet. (Francesco Scarci)

(Werewolf Productions - 2016)
Voto: 70

http://sekhmetczech.bandcamp.com/