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domenica 9 febbraio 2014

Pryapisme - Rococo Holocaust

BACK IN TIME:

#PER CHI AMA: Crossover, Steve Vai, Mr Bungle, Mike Patton, John Zorn, Boredoms
Togliere la voce di Mike Patton da tutti i suoi progetti strampalati, paralleli ai Faith no More, mantenendone le idee musicali, aggiungere un tocco di Bubblegum music, un soffio di techno commerciale, una dose di schizoide noise metal, tanto spirito progressive, uno spesso strato di jazz e fusion, una gogliardia di memoria Zappiana, del buon funk, l'estro dei Naked City e la follia di Zorn. Tutto questo non basta per descrivere il progetto degenerato in follia di questa band transalpina al secondo album autoprodotto. Così ci troviamo di fronte raffiche di metal violentissime che si scaricano su tessuti rubati al Vangelis più spaziali, i Mr. Bungle che fanno il verso all'album 'Torture Garden' in versione acid jazz e Plastic Bertrand che simula i Sigh, i Supertramp che suona alla Die Apokalyptischen Reiter, gli Hatefield and the North che flirtano con gli Hawkind e Pigface, Chick Corea che sta con un piede sugli Alboth! e l'altro sui Boredoms con caroselli da oscuri luna park e follie alla Steve Vai corredati da allucinazioni di casa Soft Machine. Non riuscite a capirne il senso? Noi pensiamo invece che ci sia, ovvero, toccare i confini del crossover più impensabile, quello più imprevedibile ed improbabile! Un altissimo grado di preparazione, un'elevazione astronomica del virtuosismo rivolto all'eccesso, tirato all'inverosimile, drogato di maniacale esasperazione musicale e voglioso di spostare il confine delle proprie capacità sempre più avanti. Un combo di musicisti con l'anima persa nel totally free, assurdi per tecnica ed esecuzione che ci impone una benevola, tortuosa e contorta strada musicale che si snoda in dieci tracce per un'infinità di generi, come se una radio impazzita cambiasse canale e mixasse generi diversi ogni cinque secondi. L'album completamente strumentale non ha una linea coerente, è un viaggio nella mente e nei pensieri di un folle che drammaticamente non riesce più a riordinare le idee. Il disco è estremo sotto ogni punto di vista, non di facile presa, per un pubblico vaccinato e ricercatore di sfide. Buonissima l'attitudine progressiva della band. L'unica pecca del cd è che l'anima d'avanguardia e fusion prevale sulle parti più dure che non incalzano la necessaria violenza del metal più duro... ma non preoccupatevi con una performance così esagerata potrete permettervi di impazzire dimenticando per un momento il lato violento della faccenda! (Bob Stoner)

(Self - 2010)
Voto: 75

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