#PER CHI AMA: Post Metal/Sludge, Neurosis, Cult of Luna |
Non proprio una passeggiata affrontare il nuovo album dei torinesi Last Minute to Jaffna. 'Volume II' è infatti un lungo percorso di 70 minuti che vi darà modo di conoscere l'inesplorata cerebralità del combo piemontese. Otto i capitoli a disposizione dello storico quartetto nostrano, otto lunghe tracce che seguono il sentiero tracciato dagli statunitensi Neurosis, vero punto di riferimento dei nostri, e lo ampliano grazie ad una propria caratteristica fisionomia, che nel tempo è andata via via maturando in seno alla band. Le chitarre ribassate rombano che è un piacere nelle casse del mio stereo, ma devo ammettere che sono quei break pseudo acustici, che prendono il sopravvento all'interno dei brani, ad entusiasmarmi maggiormente. Il flusso canalizzatore che la band instaura è infatti da manuale, con il sound che cresce lentamente e come un serpente striscia minaccioso, facendo breccia nella mia testa. "Chapter DCCXV" è forse la traccia che maggiormente rappresenta il sound della band, con quell'alternanza tra chitarre sporche e cattive e frangenti più intimistici (e più votati ad un post rock claustrofobico), dove la voce di Valerio Damiano abbandona il growling selvaggio per dedicarsi a gorgheggi più delicati. "Chapter XII" è un altro pezzo che parte forte anche se dopo un minuto, i quattro tirano il freno a mano e deliziano i palati più raffinati, con un sound al limite del trip hop, e un cantato quasi liturgico, decisamente da brividi. L'atmosfera che si respira è rappresentata dai colori monocromatici della cover del disco. La song non tarda però ad assumere connotati quasi tribali a livello del drumming che cresce progressivamente e si ingrossa (e mi sovviene un'immagine live di qualche anno fa a Torino, che rimarrà indelebile nella mia mente per tutta la vita: i due vocalist dei Neurosis che suonano le percussioni all'unisono), mentre la voce di Valerio diventa sempre più corrosiva. Anche qui è questione di attimi, perché il sound torna ad incupirsi, rinchiudersi in se stesso provare a disegnare lande gelide, come fatto dai Cult of Luna in 'Somewhere Along the Highway'. Non c'è modo di annoiarsi in questo disco perché i nostri si divertono non poco, addirittura propinandoci sonorità drone nella psicotica "Chapter DCLXVI". "Chapter XIII" (presente peraltro in veste acustica insieme alla notturna "Chapter XXV", su 'Volume III') è quella che per costruzione mi ricorda maggiormente i gods di Oakland: una traccia di ben dieci minuti che avanza lenta come la morte, con la voce del bravo Valerio a emulare quella di Scott Kelly (anche se alla fine risulterà più litanica), mentre il sound caliginoso dell'act italico passa con estrema disinvoltura da frangenti atmosferici a qualche rara sfuriata elettrica, fino a tormentate e opprimenti visioni da fine del mondo, in un tortuoso percorso musicale di ottima fattura. "Chapter XIV" ha un che dei Fields of the Nefilim con quella sua forte aura darkettona, anche se poi quando esplode la veemenza del vocalist e deflagra il sound della sei corde, i nostri prendono le distanze dal dark sound della band inglese capitana da Carl McCoy. Ma l'atmosfera apocalittica torna da li a breve ad avvolgere il sound maledetto dei Last Minute to Jaffna che si riaffaccerà in modo violento nella parte finale del pezzo. La conclusiva "Chapter XXVI" è un esempio di suono crepuscolare affidato a sole malinconiche chitarre che segnano l'epilogo di questa entusiasmante release targata Argonauta Records. Eccellenti! (Francesco Scarci)
(Argonauta Records - 2015)
Voto: 85