Cerca nel blog

Visualizzazione post con etichetta Ghost Box Orchestra. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Ghost Box Orchestra. Mostra tutti i post

domenica 24 novembre 2013

Ghost Box Orchestra – Vanished

#PER CHI AMA: Psych Rock Strumentale, Goat, Can
Arrivato a metà dell’ascolto, pensavo di essere al cospetto di uno dei dischi dell’anno: ossessive percussioni poliritmiche e acidissime chitarre fuzz che cadono come gocce di lava incandescente su un tappeto rosso di organi chiesatici, per una totale immersione nel lato più fisico della psichedelia, quello che letteralmente ti costringe a entrare col tuo corpo nel flusso della musica. Fenomenale, come fenomenale era stato lo scorso anno imbattersi in quel miracolo che è 'World Music' dei Goat. E alla musica dell’eccentrico combo svedese può sicuramente essere assimilata anche quella di questi 5 bostoniani dediti ad un rock, prettamente strumentale (a parte qualche coro qua e là), dalle forti componenti psichedeliche e quasi sciamaniche. Il trascinante brano di apertura, “Vader”, il successivo “Rythm of the Hills” o la title track, reminiscente degli ipnotici ritmi circolari dei Can, sembrano uscire da una capsula sospesa nel tempo e nello spazio, depositaria delle più antiche e oscure tradizioni di tutte le culture del mondo. Peccato solo che, ben presto, i Ghost Box Orchestra finiscono essenzialmente per ripetersi, riproponendo pressoché la stessa formula fino alla fine del disco. Cosa che non è per forza un male, sia chiaro, soprattutto se la qualità media è alta, ma che forse, alla lunga, un po’ può stancare. Per sgombrare immediatamente il campo da equivoci, devo dire che si tratta in generale di un ottimo lavoro, che per essere davvero indimenticabile avrebbe però forse dovuto osare un po’ di più, cercare qualche variazione ogni tanto e, magari, abbandonare di quando in quando l’onnipresente tamburello che scandisce il tempo per tutta la durata dell’album. Oltre ai pezzi già citati, vanno senz’altro sottolineati i riverberi desertici di “Into the Light”, che parte lenta per poi avvilupparsi in un vortice estatico di cori, chitarre wah e bassi impazziti, la litania tribale, reiterata fino all’ossessione, di “Spring Beat” o ancora le accelerazioni shoegaze da batticuore di Lodge II. Sono sicuro che la dimensione giusta per godere appieno della loro musica sia quella live, ma comunque questo “Vanished” è un ottimo surrogato in grado di regalare molte ore di vero divertimento psichedelico, anche senza alcun “aiutino” chimico. Stupefacenti. (Mauro Catena)

(Self - 2013)
Voto: 80

http://ghostboxorchestra.com/