#PER CHI AMA: Black, Kampfar |
La Nordvis, deliziosa etichetta madre di questa release, ultimamente sta dando alla luce molte interessanti proposte, sempre molto discrete e coinvolgenti, e i Grift sono una di queste. Provenienti dalla fredda Svezia, terra di una sempre più proliferante scena Black Metal vissuto con estrema dedizione, sono attivi dal 2011 ma questo loro EP di debutto è uscito solo nel 2013. 'Fyra Elegier' pare sia stato ben accolto dall’opinione generale di chi come me, cerca e studia l’evolversi del sottobosco scandinavo, ma è e rimane un prodotto di nicchia, con una bassa tiratura di uscite in formato vinile, cd e audiocassetta. i Grift sono uno dei molti gruppi svedesi che stanno delineando il profilo di una seconda e credibilissima genesi di blacksters purosangue. Questo genere che io oserei definire “nuovo”, è in realtà ciò che era sempre stato il Black Metal prima della sua rovina, ossia austerità, introspezione, misantropia e profonda chiusura nei confronti di un mondo che guarda ad un futuro sempre più dannatamente falso e miserabile. Questo 'Fyra Elegier' che tradotto significa “quattro elegie” è composto da quattro canzoni che non stravolgeranno il mondo, ne si auto-proclameranno come virtuosi capolavori dell’anno perché questo “nuovo” modo di sentire e vivere il Black Metal finalmente è disinteressato e se ne sbatte le palle dei media, è pulito e vivo, ha un anima e non necessita di strafare per attirare l’attenzione dei metallari da cheeseburger che se ne stanno su youtube più annoiati dei loro stessi brufoli, né lecca il sedere alle etichette più progressiste e orientate a nuove tendenze shoegaze, nella speranza di farsi preconfezionare un bell’artwork a triangoli e farsi sbattere sul mercato come nuova rivelazione del momento. In questi 24 minuti regnano la quiete e l’armonia, a dispetto della violenza cieca e della brutalità estrema che troppo spesso è fumo negli occhi a nascondere fragilità e povertà di idee all’ascoltatore. Qui si ascolta musica dedicata alla pace eterna, fredda, profonda, una pace che solo la morte sa e può dare, scaturita dall’apertura di un intro di tristi violini che dondolanti, paiono uscire da un grammofono. Successivamente la notte discende su tutto con un cielo costellato di riff generosamente melodici, appoggiati su una batteria che come un cavallo stanco, trotta rovinosamente verso i meandri dell’oscurità assieme al suo condottiero che proclama le ultime memorie. I Grift possiedono un lato malinconico che definisce i tratti della loro musica, ma sono molto lontani dal depressive black, sono più simili ai vecchi Kampfar e ne condividono lo stesso scarno minimalismo, la stessa essenzialità che però in questo caso non è volta a raccontare storie di mitologia nordica, né ha la medesima attitudine nazionalista; qui la cosa che si sente di più, non è l’amore per la propria terra, per la propria storia passata, ma l’amore per la morte, e la rabbia verso la superficialità con cui l’uomo volge ad essa. Mi raccomando, prima di cadere nel più antico e immemorabile silenzio, nella pace ultima, prima che sopraggiunga la fine di ogni cosa… ricordatevi di ascoltate 'Fyra Elegier'. (Alessio Skogen Algiz)
(Nordvis Produktion - 2013)
Voto: 80
https://www.facebook.com/Griftofficial
Voto: 80
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