Cerca nel blog

Visualizzazione post con etichetta Final Gate Records. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Final Gate Records. Mostra tutti i post

lunedì 10 giugno 2019

Automb - Esoterica

#PER CHI AMA: Black/Death, Behemoth, Obtained Enslavement
Da Pittsburgh Pennsylvania, ecco a voi gli Automb, progetto black/death che vede tra le sue fila il batterista dell'album 'K' dei Morbid Angel, Scott Fuller, Serge Streltsov (ex Necrophagia) alle chitarre e tal Danielle Evans, gentil donzella (si fa per dire) per voce, basso e tastiere. Il quadro è cosi completato, ora vi serve solo capire la proposta del trio statunitense in questo primo Lp dal titolo 'Esoterica'. Dicevamo di un black death che punta più sulla veemenza delle proprie ritmiche che su un approccio melodico, e la devastante "Horned God" sembra poterlo confermare con una ritmica massiccia, serrata, un muro di cemento armato contro il quale andarci a sbattere. Eppure in questo grandinare di riff, sento una certa vena melodica di sottofondo, sorretta poi dal vociare grugnolesco della brava Danielle, che propina un growl energico, feroce ma soprattutto convincente, che permette qualche accostamento a quella Angela Gossow che sbraitava qualche tempo fa per gli Arch Enemy. Nel frattempo il suono degli Automb viaggia compatto anche con le successive "Summoning the Storm" o "Mourned", sebbene in quest'ultima, per gentil concessione, i nostri ci regalino il primo momento per prendere fiato con un breve break strumentale. Niente paura, nulla di particolarmente atmosferico, vedevo già molti di voi storcere il naso. La band riprende a macinare e viaggiare su ritmi infuocati, con un solo unico obiettivo: la distruzione dei nostri timpani. Tuttavia ascoltando più attentamente le chitarre di questa song mi viene da fare un paragone col suono delle chitarre dei gods irlandesi Primordial, anche se poi qui siamo distanti anni luce dalla proposta pagana del buon Alan Nemtheanga e soci. In questo 'Esoterica', l'avrete capito, non c'è troppo spazio per le melodie o le atmosfere, impegnati i nostri come sono nella loro opera distruttiva. Eppure anche in "Call of Hekate" riecheggia in un qualche modo, una rivisitazione sicuramente più primitiva dei Primordial a cui aggiungerei però un altro nome della scena norvegese che ahimè è scomparsa dopo un meraviglioso lavoro. Sto parlando degli Obtained Enslavement e del loro 'The Shepherd and the Hounds of Hell' che qui, in talune porzioni di disco, sembra riemergere, mostrando il lato più black oriented degli Automb. Un album per certi versi che vede nelle devastanti e annichilenti "Blood Moon" e "Into Nothingness" altri due momenti interessanti del disco. Sicuramente non siamo di fronte a nulla di originale, eppure quest'opera prima può rappresentare un buon punto di partenza per questo trio americano, da tenere sotto traccia assolutamente. (Francesco Scarci) 

(Satanath Records/Final Gate Records - 2018)
Voto: 68

https://satanath.bandcamp.com/album/sat202-automb-esoterica-2018

domenica 23 settembre 2018

Taiga - Cosmos

#PER CHI AMA: Depressive Black/Doom, Austere
La Russia da sempre è sinonimo di affidabilità in fatto di sonorità black doom atmosferiche. Poi quando hai un moniker che si rifà alla foresta boreale, la taiga appunto, non si può sbagliare assolutamente. Questa l'introduzione di 'Cosmos', quarto album del duo di Tomsk, che all'attivo ha anche quattro EP. Il genere espresso dai nostri siberiani è un depressive black dalle tinte atmosferiche che include ovviamente chiari riferimenti doom (visibili nell'opener "Стыд"), verosimilmente un retaggio dell'altra band di Nikolaj Seredov, i funeral doomsters Funeral Tears. Curioso poi il fatto, che il secondo membro dei Taiga sia Alexey Korolev, il proprietario dell'etichetta Symbol of Domination, che produce questo disco. Fatte le dovute presentazioni, introdotto anche il primo brano, citerei immediatamente la seconda traccia "Жить" per quel suo sound intenso, melodico, straziante (soprattutto a livello vocale) e malinconico che mi ha fin da subito conquistato. Certo ci sono ancora tante imperfezioni da limare e correggere, ma il dirompente attacco che dà il via alla song, è da brividi: una sorta di post black dal forte sapore nostalgico, in cui l'unica cosa a non solleticarmi i sensi è lo screaming efferato di Nikolaj, da rivedere sicuramente. Per il resto, il cd scivola via piacevolmente tra decadenti melodie, ariose parti di synth e rallentamenti depressive, come accade nella prima metà della title track, prima che le tastiere s'impossessino della scena e regalino attimi di grande pathos, e le chitarre abbandonino il classico ronzio black per avvicinarsi maggiormente all'heavy classico. Mi piacciono questi Taiga, hanno grinta, buon gusto per le melodie, la capacità di alternare momenti vivaci e dinamici con altri più oscuri ("Ты"), in cui le sgraziate urla del frontman, lontane in sottofondo, s'incastrano su un drammatico impianto ritmico. E cosi, evocando i primi Burzum o i più criptici Austere, i due loschi figuri continuano a ricamare pezzi più che dignitosi, in cui black, eteree atmosfere, sfuriate al limite del death ("Слова потеряют значение") e deprimenti melodie, se ne vanno a braccetto per celebrare questo quarto capitolo targato Taiga. (Francesco Scarci)

(Final Gate Records/Symbol of Domination - 2017)
Voto: 70

https://symbolofdomination.bandcamp.com/album/sodp103-taiga-cosmos-2017