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sabato 7 novembre 2020

Dogma - Mallevs Maleficarvm

#PER CHI AMA: Death/Gothic, Within Temptation
Ancora mi stupisco ci sia chi intitoli il proprio album 'Mallevs Maleficarvm', un nome che evoca il trattato omonimo che consiste in una raccolta di credenze e nozioni sul fenomeno della stregoneria, spesso estratte da testi più antichi. Lo avevano fatto i Pestilence nel 1988 e dopo di loro, decine di altre band (Centinex, Imago Mortis, Maleficia, giusto per citarne alcuni). Nel 2020 lo stesso titolo, evviva la fantasia, arriva anche dai portoghesi Dogma, qui al secondo album dopo il debut del 2017 intitolato 'Reditum'. La proposta del sestetto di Lisbona, le cui origini risalgono addirittura al 1996, è votata ad un death doom gotico che poggia principalmente le sue fondamenta sulla eterea voce di una gentil donzella (Isabel Cristina) che fa da contraltare ad un growling maschile (Gonçalo Nascimento), una sorta di alter ego, nei momenti più cantati, di Fernando Ribeiro dei Moonspell. Detto questo, vi sembra che quello che ho fra le mani possa essere cosi originale? Insomma, a me pare francamente di aver fatto un bel balzo indietro nel tempo di oltre 20 anni, quando la scena era popolata da gente tipo Tristania, Trail of Tears, Theatre of Tragedy e similia. Tutto chiaro no? Mi auguro di si perchè non starò certo a passare in rassegna 67 minuti di musica per raccontarvi qualcosa che sapete già. Largo spazio alla brava vocalist, accostabile a Sharon den Adel dei Within Temptation, la band che forse sembra essere il vero punto di riferimento dei nostri, almeno nell'opener "Sentinela". Quello che potrebbe essere interessante in questo album è in realtà un certo influsso proprio dei conterranei Moonspell, che si palesa nelle linee melodiche di alcuni pezzi, cosi come in un ricercato gusto a livello delle chitarre con preziosi solismi (ottimo a tal proposito quello di "Asmodeus"). Per il resto, oltre a quello di tematiche fin troppo scontate (la lotta alle streghe) che forse andavano di moda negli anni '90, 'Mallevs Maleficarvm' raccoglie l'eredità di band che si sono perse nel tempo e poi sciolte. Se potessi dare pertanto un consiglio ai sei musicisti lusitani è di ridurre al minimo la voce angelica della pur brava Isabel, riscoprire le radici etniche del proprio paese (come fatto in "Ser do Nada" e "Velho do Mar") e puntare semmai su un sound più ricercato come quello più vario di "Deus Assassino", evitando cortesemente lunghezze estenuanti (quasi undici minuti). Un pezzo come "Porque Não Te Escondes De Mim" non l'avrei contemplato in un disco come questo, troppo pop rock, sebbene un finale dalla ritmica granitica. Insomma luci ed ombre in un disco uscito nel 2020 ma se riportasse 2000 forse farebbe più bella figura. Peccato, perchè le qualità tecniche ci sono, bisogna ora prendere le distanze da vecchi stilemi e modernizzare un po' la proposta. Visto che non siamo al cospetto di gente di primo pelo, questo è quanto mai lecito aspettarselo. (Francesco Scarci)

(Ethereal Sound Works - 2020)
Voto: 62

https://www.facebook.com/DogmaPt/

mercoledì 14 novembre 2018

Panchrysia - Dogma

#PER CHI AMA: Black/Doom
La Satanath Records deve avere un buon scouting in giro per il mondo, andando a pescare band in tutti gli angoli della terra. La compagine di oggi, i Panchrysia, arrivano dal Belgio, dalla zona di Anversa per l'esattezza e per quanto a me siano totalmente sconosciuti, 'Dogma' rappresenta già il loro quinto lavoro da quanto sono in giro. Non devono essere troppo prolifici però, dato che si sono formati nel '98 e questo cd arriva a ben sette anni di distanza dal precedente 'Massa Damnata'. La proposta del quartetto si prefigura come un black dalle fosche tinte atmosferiche, con buone accelerazioni post-black. Ciò è quanto si evince almeno dalla brillante opening track, "Each Against All", che offre buone soluzioni melodiche, un bel riffing compatto ed una più che dignitosa performance vocale. Nonostante le premesse, queste vengono deluse da una seconda song più piatta, "Salvation", sempre in bilico tra un black e doom che poco di nuovo hanno da proporre. Ci riproviamo allora con "Gilgamesh", di sicuro più grintosa della precedente ed avvolta da un'aura old school. La song vive in realtà di sussulti tra spinte notevoli e intriganti rallentamenti, in cui il cantante si avvale di spoken words per affascinare l'ascoltatore. Interessante ma da riascoltare. Sembra decisamente più stuzzicante "Kairos" e la sua alternanza perpetua tra soluzioni incazzate e reminiscenze mi portano a 'Dance of December Souls' dei Katatonia, anche se il riffing qui viaggia su binari death black. Il disco si conferma altalenante: se la seguente "War With Heaven" non mi convince appieno, ancora un po' piattina nella sua evoluzione, "Never to See the Light Again" ha modo di regalare un prog black aggressivo evocante per certi versi, gli Enslaved. Lo stesso dicasi di "28 Steps", ma è forse con "Rats", che la band belga trova la quadratura del cerchio con una prova convincente quanto sperimentale, tra suoni anni '30 proposti come intro, spaventose accelerazioni e lunghi momenti atmosferici. C'è ancora molto da lavorare per elevarsi sopra le masse di band che propongono simili sonorità, speriamo solo di non dover aspettare un altro lustro per sentir ancora parlare dei Panchrysia. (Francesco Scarci)

(Satanath Records - 2018)
Voto: 65

https://panchrysia.bandcamp.com/