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giovedì 9 maggio 2013

Darktrance - Pessimum

#PER CHI AMA: Black dark, Bethlehem
E sono tre… sto parlando ovviamente degli album della one man band ucraina, Darktrance. Da notare immediatamente che lo spettro musicale coperto dal mastermind Deimos si è notevolmente ispessito, dando corpo ad un sound abile nel combinare sonorità estreme con una vena assai melodica e darkeggiante, per un risultato finale davvero singolare. L’album tocca il suo apice già con l’iniziale “Anthems of Melancholy”, traccia che vive del connubio vocale del frontman, con un cantato disperato ma assai convincente, che si contrappone al classico pulito (ormai a dir poco inflazionato), il tutto giocato su un riffing cupo e minaccioso, in cui la malinconia è acuita da soffusi tocchi di tastiera. Un bel riffone death apre “Soul Collectors”, con la voce che sembra aver assunto dei connotati più vicini al post-hardcore che al black; eccomi però improvvisamente piombare nelle tenebre con un breve break catacombale da cui esplode un’accelerazione di chiara derivazione nordica. Ma è comunque il ritmo apocalittico alternato al riffing spietato, a dettare i tempi della song, con chiari riferimenti al sound dei Bethlehem. La title track offre altri spunti interessanti a livello delle tastiere, spettrali e inquietanti cosi come le ritmiche acuminate e il cantato, ancora in versione clean, che pian piano tende ad assumere una propria delineata fisionomia. Mi piace, non c’è che dire. “Day X” esplora altre strade: quelle della paranoia, del riffing ipnotico e di un uno stile vocale ossessivo, sorretto da splendide, esplosive e spaziali linee di chitarra. “Pessimum” cresce, è una forma che va plasmandosi all’interno della mia testa, assume contorni che neppure immaginavo e lentamente appaga non poco i miei sensi. Un interludio abissale e poi è “Fall of the Emptiness” a suonare nel mio stereo con un sound vicino a quello dei nostrani Forgotten Tomb, anche se poi la creatura del buon Deimos sembra dirigersi verso altri lidi pescando un po’ dal post-black, dal dark dei Tiamat di “The Deeper Kind of Slumber” o dal doom. Sono allibito. C’è ben poco di scontato dentro le note di “Pessimum”, anche se non tutte le song ovviamente brillano di luce propria. Però è un album che alla fine risulterà coinvolgente, fresco e divertente: ultima menzione per “Whispers of the City in Blood”, traccia in linea con la produzione death doom melodico finlandese (Black Sun Aeon) e l’ultima schizoide e tenebrosa “Last”, che con i suoi otto minuti chiude degnamente un lavoro che non dovrà passare inosservato alla vostra attenzione. I Darktrance hanno fatto un grande passo in avanti rispetto al precedente album, dimostrando di essere pronti al grande salto per una etichetta dalle ambizioni più grandi. Complimenti! (Francesco Scarci)

(BadMoonMan Music)
Voto: 80

http://www.myspace.com/darktranceband