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lunedì 11 marzo 2024

Maledictive Pigs - Bloodshed

BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Brutal Death
Alla prima occhiata di copertina mi son detto: "...chi cacchio sono questi Maledictive Pigs???" In effetti non avevo mai sentito prima parlare di questa brutal death band teutonica giunta con questo 'Bloodshed' tagliava il traguardo del terzo album (su quattro totali/ndr)! Già, terzo album... devastante terzo album. Questi quattro tedeschi infatti si giostrano molto bene in un'eccellente brutal d'assalto che fonde le sue basi su bands come Deeds Of Flesh, Anasarca, primi Sinister e qualcosa dei primi Krabathor. Il risultato della proposta è interessante, soprattutto perché ben curato dal lato tecnico e sulla produzione, decisamente superiore alla media. Non ci sono pezzi che figurano più di altri, tutto il disco si ascolta piacevolmente senza mai annoiarsi. Maledictive Pigs rules!

sabato 15 ottobre 2011

Bloodshed - Inhabitants of Dis

#PER CHI AMA: Black Death, Dissection
Se vi piace il black-death svedese e non siete ancora sazi di queste sonorità i Bloodshed fanno per voi! La band proviene appunto dalla Svezia ed ha già all'attivo un mcd pubblicato nel 2001 per la Code666, dal titolo "Skullcrusher", che poneva in evidenza la passione del quintetto per il suono di formazioni quali Merciless e Marduk. Nel debutto "Inhabitants of Dis" le influenze citate sono ancora presenti ma i brani contenuti nel cd respirano di una freschezza compositiva che prende le distanze dalla "monotematicità" delle ultime prove in studio dei Marduk e ricorda maggiormente alcuni passaggi dei Dissection. I Bloodshed non riescono di certo ad eguagliare la classe della storica band svedese e i loro pezzi, oltre ad essere più brutali, sono caratterizzati da una maggiore velocità, ma numerosi sono gli elementi che rimandano alla band di Jon Nödtveidt, come i perfetti cambi di tempo, i riff circolari e cadenzati nelle parti più rallentate e gli sporadici intermezzi di chitarra acustica. A queste caratteristiche si aggiunge un drumming ultra-veloce e preciso che segue il lavoro tagliente e ferino delle chitarre e una voce che passa alternativamente dalle urla arcigne ad un growl soffocato e gutturale. In definitiva, un lavoro non fondamentale ma degno di attenzione. (Roberto Alba)

(Code 666)
Voto: 65