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giovedì 2 novembre 2017

Arctos - A Spire Silent

#PER CHI AMA: Epic Black, Windir, Unanimated
È aria gelida quella che respiro nelle note iniziali di 'A Spire Silent', opera prima (un EP in realtà) dei canadesi Arctos (band che raccoglie membri ed ex componenti dei Trollband). Sebbene siano dolci tocchi di pianoforte quelli che risuonano nell'etere, essi mostrano una connotazione assai malinconica che non prelude a nulla di buono. E infatti, dopo poco meno di un paio di minuti, l'opener " Dawn... Sons of Death" dischiude tutta la sua furia in un black serratissimo di stampo cascadiano che ahimè non sembra mostrare una produzione del tutto cristallina. Le ritmiche sono decisamente forsennate e ad uscirne penalizzato sembrerebbe proprio il suono della batteria, sulla quale s'innesta il rifferama nordico in tremolo picking del duo di asce (dal vago sapore a la Unanimated), lo screaming abrasivo del cantante Dan e dei synth che popolano nelle retrovie l'intero lavoro. La proposta sonora del quintetto di Edmonton sembra trovare giusto un attimo di tregua con un'altra intro pianistico, quella che introduce un altro funambolico pezzo, "Altar of Nihil", che individua nella musica classica le maggiori influenze musicali dei nostri, cosi come in un passato decisamente folkish per la maggior parte dei membri della band. La song si muove nella parte centrale verso sonorità più votate a suoni epico-bucolici che ammorbidiscono, per certi versi, l'irruenza dell'ensemble dello stato di Alberta. La musica strizza l'occhiolino anche ai Windir, prima di orientarsi verso territori decisamente più sinfonici che evidenziano una certa ecletticità di fondo della compagine canadese che si abbandona alla classica chiusura di brano affidata a suoni nostalgici e temporaleschi che introducono alla title track. Molto meglio il lavoro qui alla batteria, anche se a tratti risulta un po' troppo ovattata nei suoni. Il drumming guerriero viene accompagnato in questo frangente da una bella linea di chitarra (fantastico a tal proposito l'assolo conclusivo) responsabile nel costruire un mid-tempo che sembra anticipare musicalmente quanto l'ultima bonus track ha da raccontarci degli Arctos. Il finale è infatti affidato alla cover degli Amon Amarth, "As Long As The Raven Flies", estratta dallo splendido 'The Crusher', l'ultimo arrembante attacco dei cinque musicisti nord americani, di cui però avrei anche fatto a meno per gustarmi un pezzo in più dei nostri. In conclusione, 'A Spire Silent' è un buon biglietto da visita per gli Arctos: con i giusti accorgimenti, soprattutto a livello di suoni di batteria, la band si e ci potrebbe regalare ottime soddisfazioni. (Francesco Scarci)