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giovedì 28 maggio 2015

Andy Rive - Acclimation

#PER CHI AMA: Metalcore/Progressive
Pensavo che Andy Rive fosse un musicista solista, o che almeno un membro della band si chiamasse Andy; niente da fare, chi risponde a questo moniker è infatti un quintetto di Freiburg, Germania, fautore di un interessante e sperimentale metalcore. Sapete quale sia lo scarso appeal che esercita questo genere sul sottoscritto, che ritiene tale proposta ormai usurata dal tempo e che ha smesso di dire qualcosa di innovativo forse 5 anni fa. Eppure, quando per la prima volta ho dato un ascolto al sound dei nostri sul web, sono rimasto folgorato per la scorrevolezza, la dinamicità e la freschezza di idee di questi ragazzoni teutonici. E allora, ecco trovarmi finalmente in mano l'EP 'Acclimation', che consta di 5 tracce (riproposte anche in versione strumentale), che dopo la rituale intro, si presentano brillantemente con le melodie di "Prisoner", una cascata di chitarre sincopate, costruite sull'asse Philipp/Martin, le due asce dell'act germanico e sulle corrosive vocals di Domi. Cambi di tempo azzeccatissimi, qualche chorus lontano, una ritmica profonda, rendono il tutto godibilisissimo. "Blizzard" è la seconda traccia del disco che mette in mostra certe velleità progressive del 5-piece della regione del Baden-Württemberg. Dicevamo delle chitarre, sempre in primo piano a dipingere splendidi e ammiccanti giri melodici, mentre in background il drumming spettacolare di Benny è coadiuvato dalle slappate di basso di Lukas. Per chi cerca un disco veloce, sappiate che 'Acclimation' non lo è minimamente (fatto salvo per la furia sporadica di "Weightless"); potrete trovare ritmiche chirurgiche di scuola Meshuggah, arzigogolati giri di chitarra, spaccati atmosferici, growling vocals, giochi di luce, che potrebbero valere anche un accostamento ai Cynic, ma soprattutto tanta tanta energia. "Salvation" è l'ultimo pezzo, il più vicino alle radici metalcore della band, almeno nei suoi primi 30 secondi. Subentreranno infatti sprazzi ambient, tonate di basso, isterici giri alla 6-corde, roboanti intrecci strumentali, fiumi di parole (addirittura in pulito), il tutto contrappuntato sempre da splendide melodie, che me la fanno eleggere il pezzo preferito dell'EP, sicuramente anche il più vario; peccato solo per quella chiusura di pezzo sfumata brutalmente. Per ovvi motivi non commenterò le song in versione strumentale: vi basti sapere che senza, il forse eccessivo, cantato di Domi, si riesce ad apprezzare ulteriormente la perizia strumentale del combo tedesco, nonché le eccelse melodie che gli Andy Rive producono. Un mezzo punto in meno per la scarsa durata dei 5 pezzi, però davvero bravi. (Francesco Scarci)

(Self - 2015)
Voto: 75