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giovedì 21 novembre 2024

Traum - S/t

#PER CHI AMA: Psych Rock
Il motorik esotermico "Kali Yuga" in apertura, possibilmente la traccia più atmosfericamente sludge dell'album, tinteggia scenari assolati e materici, immanenti e maestosi, roba da nu-scemenze stile Mad Max, forse per via della chitarra fuzz/osamente cosmica, o della batteria magmatica e incendiaria. Suggeriscono continuità, con un landscape, se possibile, di proporzioni ulteriori, la successiva "Vimana" e, a modo suo, anche la contrazione siderale di "Katabais", a generare un compendio sonoro psych-free ("Ummagumma/Zabriskie/iano") da gola secca e, in chiusura, il secondo motorik che introduce il retro del disco (come se i Kraftwerk di 'Karl Barthos' ascoltassero "Remain in Light" dei Talking Heads, annuendo in piedi davanti al PC, senza tralasciare i momenti psych-trance dei Motorpsycho anni '20 in "Inner Space") a comporre una sorta di cosmicissima suite frattale e decostruita. Da qui in avanti, gli indizi si fanno più radi e il percorso più ardimentoso. Tra le sonorità marcatamente ambient (il Vangelis di 'Spiral' o certo Jarre mid-ottantiano) ecco "Antartic Dawn" e "Erwachen" (che evoca anche i primi Sigur Ros e il Robert Fripp ante-Thrak, quindi in sostanza quasi tutto Robert Fripp), il dub elettrogeno e spavaldo di "Infraterrestrial Dub" e la conclusione onirica e fuzz/orchestrale affidata a "Eterno Ritorno", con tanto di campionamento pasoliniano sugli orrori del consumismo. D'altro canto, "Inner Space" è il nome che Holger Czukay diede allo studio di registrazione realizzato da lui medesimo. Traum, in tedesco, significa sogno. Alla fine tutto torna. (Alberto Calorosi)

(Subsound Records - 2024)
Voto: 75

https://traumofficial.bandcamp.com/album/traum