#PER CHI AMA: Melo/Cyber Death, In Flames, Scar Symmetry |
Tornano i panzer tedeschi Damnation Defaced, con quello che è il loro terzo Lp dalla loro fondazione avvenuta nel 2006, a completare una discografia che include anche un paio di EP. 'Invader From Beyond' esce per la Apostasy Records, un'etichetta per lo più specializzata nel death metal melodico. E il quintetto della Bassa Sassonia, per quanto il loro moniker possa suonare fuorviante, rientrano alla grande in questa categorizzazione. 'Invader From Beyond' contiene infatti dieci ottime tracce (più intro) che ammiccano al melodeath di stampo svedese, quello carico di groove, ottimi arrangiamenti, melodie catchy e chi più ne ha più ne metta, per conquistare una fetta di nuovi fan. Ne è dimostrazione "Goddess of Machines" che sulla robusta matrice ritmica, ci piazza un'elettronica dal profumo un po' vintage '80s, su cui s'innestano poi le growling vocals del frontman Philipp e gli assoli taglienti e melodici quanto basta delle due asce, per guadagnare mezzo punto in più in questa recensione. Non aspettatevi voci ruffiane però, un minimo di connessione col brutale passato death old school dei nostri, bisogna pur preservarlo. E allora largo al riffing serrato della title track, che viene smussato nella sua foga selvaggia, da tastiere che chiamano in causa indistintamente Scar Symmetry ed In Flames, giusto per fare due nomi a caso del panorama melodeath svedese. E noi non possiamo che applaudire alla proposta dei nostri che, pur non brillando in fatto di originalità, ci consente di apprezzare una sound sicuramente genuino, divertente e in grado di regalarci una quarantina di minuti in relax, a sbatterci ancora come dei ragazzini con un headbanging compassato, come quello garantito dalla quarta "Mark of Cain". Il rifferama di "The Observer" chiama in causa la scuola "meshuggana", anche se qui i ritmi sono decisamente più pacati, ma sempre carichi di colate di melodia cibernetica che mantengono la proposta musicale del quintetto di Celle, aperto a frange più o meno estese di fan. Certo, se si fosse fatto uso anche di ammiccanti vocals in pulito staremo parlando di tutt'altro prodotto, decisamente più accessibile, però non nascondo che l'ascolto di 'Invader From Beyond' possa concedere momenti più o meno interessanti. Non male l'apertura affidata ai synth di "The Key to Your Voice" sul cui riffing, che mi ha evocato gli Edge of Sanity (non a caso Dan Swano è responsabile di mix e mastering di questo lavoro), si staglia il vocione del monolitico cantante, in una traccia che riserva un finale apocalittico e furioso, con una funambolica prova alle pelli del bravissimo Lucas e ancora una prova sopra le righe, dei due chitarristi, la cui caratura tecnica sarà confermata anche in altri episodi del cd. Epico l'inizio di "All Comes to Its End", cosi come dirompente è l'apparato solistico di "Back from Apathy", peccato solo che si tratti di sprazzi non cosi lunghi e strutturati e che ci si debba pertanto accontentare di pochi secondi. Ultima citazione per la più orchestrale e organica "Creator's Fall", che con le sue melodie ficcanti, i suoi chorus e le mitraglianti ritmiche, regala altri minuti di piacevolissimo death metal dalle tinte moderne. Non male. (Francesco Scarci)
(Apostasy Records - 2017)
Voto: 75