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sabato 26 ottobre 2013

Australasia - Vertebra

#PER CHI AMA: Post-rock strumentale
Già recensiti e acclamati dal sottoscritto in occasione del loro EP d'esordio “Sin4tr4“, ritornano sulle scene gli Australasia a presentarci il loro primo full lenght. Fortunatamente non mi devo più accontentare di una manciata di brani come accadde per il debut, ma il nuovo “Vertebra” ci tiene compagnia con i suoi suoni fluttuanti per 35 minuti. La componente post rock strumentale si consolida in questa nuova release, anche se “Aorta” apre in modo roboante accarezzandoci poi con delicati tocchi acustici. I brani sono corti e per questo meglio immagazzinabili nella nostra memoria sonora. Una soave voce femminile (di Mina Carlucci) delizia il nostro palato sul finale della opening track con una eterea performance. E via con “Vostok”, il cui intro è affidato a suoni elettronici, che si accavallano con robuste chitarre e pezzi in acustico, a cura di Giuseppe Argentiero. Però è il driver Gian Spalluto, mastermind dei nostri, a condurci nei meandri più ispirati e reconditi della sua mente e con “Zero” tocca il proprio apice musicale. La canzone non è nulla di trascendentale in realtà, ma quel suo ardore pregno di malinconia e gioia allo stesso tempo, donano un sorriso al mio viso. L'accelerata finale poi, degna delle migliori band shoegaze, e retaggio della componente black che anima lo spirito irrequieto di Gian, completano quella che sarà la mia song preferita di questo intrigante “Vertebra”. È il turno di “Aura”, song al limite del trip hop, che potrebbe vivere tranquillamente su un disco di Sigur Ros o Massive Attack, in cui la bravissima Mina ci regala anche gli attimi più emozionali di questo disco. Dopo l'ascolto di questa song mi domando come l'Immortal Frost Productions, label dedita per lo più a black e ambient, abbia pensato di promuovere i nostri, che nutrirebbero maggiori speranze e visibilità, con etichette più vicine al loro sound. Scelta opinabile e non me ne vogliano gli amici della IFP. Con “Antenna” però me ne chiarisco il motivo: pezzo caustico, che rievoca l'ardore post black del polistrumentista italico, a miscelarsi egregiamente con sonorità cupe post rock. Si continua a martellare anche con la breve “Volume”, mentre i due minuti della title track rappresentano piuttosto un intermezzo che ci prepara alle soffuse melodie di “Apnea” (che già avevamo ascoltato nel precedente EP) in cui ancora una volta è la calda voce di Mina a deliziarci, quando si insinua nel vortice musicale dominato dall'elettronica. A chiudere ci pensano la robustezza disgregante di “Deficit” e la lunghissima “Cinema”, traccia che evoca paesaggi lontani, avvolti da una malinconica nebbia autunnale che conferma le eccelse qualità di una band che deve avere solo quel pizzico di fortuna per poter esplodere. Fossi in loro punterei oltremanica (o oltreoceano) per guardare speranzosi al proprio futuro. Bravi! (Francesco Scarci)

(Immortal Frost Productions - 2013)
Voto: 80

http://www.australasiamusic.com/