#PER CHI AMA: Funeral Doom, Skepticism, Thergothon |
Che le porte dell’inferno si aprano a voi. Benvenuti ancora una volta nel tetro antro della bestia. Gli Ea sono tornati, con quello che è il quarto capitolo della loro discografia. L’enigmatica band russa questa volta supera se stessa in fatto di numero di song e si limita a proporci una lunga suite di 47 strazianti minuti di funeral doom. Ripartendo laddove avevano lasciato con il precedente capitolo, “Au Ellai”, gli Ea (il cui nome si rifà a quello di una divinità babilonese) aprono questa nuova release con dei lugubri tocchi di pianoforte, che si rivelerà la vera anima del cd. Poi ecco i piatti ed infine il lento tribolare delle chitarre, lente, sovrane e dilanianti, prima che il vocalist soverchi con il suo orrorifico growling, il sound dei nostri. Torna la lente marcia funebre ad accompagnarmi nell’ascolto dell’omonimo capitolo degli Ea. Gli ingredienti per descriverne il sound, rimangono quelli di sempre: ritmiche oscure, estremamente malinconiche e decadenti, dal lentissimo e pesantissimo incedere, deprimente e soffocante. Dopo 13 minuti, ecco il primo squarcio di luce nel cielo plumbeo degli Ea: un riffing abbandona il desolante gelo creato fino ad ora, per infondere un po’ più di calore nella fredda notte della taiga russa, ma poi ecco poi il sound dei nostri ripiombare nuovamente negli abissi. Mi ridesto al minuto 26, quando a fare capolino è un’eterea voce femminile. La cosa inizia a farsi ancora più intrigante, l’atmosfera è ariosa, assai melodica, ma in paio di minuti il ghiaccio paralizzante di cui è intriso il sound degli Ea, freeza l’immagine, ne fa una istantanea, da cui è difficile mobilizzarsi. Le mie gambe sono come inglobate dalle sabbie mobili. Un nuovo fulmine si staglia nel buio paesaggio notturno: un assolo da panico che per due, tre minuti, blocca il battito del mio cuore. Una sorta di Pink Floyd in versione funeral, che tormenta abilmente il mio io interiore, con un dolore portato all’esasperazione totale, la cui unica soluzione è la fine di tutto. Il nulla. Se avete bisogno di abbandonarvi in una catartico flusso emozionale “Ea” è ciò che fa per voi, ma attenzione ad abusarne, vi potrebbe portare al suicidio… (Francesco Scarci)
(Solitude Productions)
Voto: 75