BACK IN TIME: recensione gentilmente concessa da Nihil Zine
#PER CHI AMA: Black Metal |
Un lavoro difficile da digerire questo dei Griffar, che non è altro che la ristampa su CD del loro demo di debutto. Difficile da digerire perché si tratta di un disco di una quarantina di minuti composto da sole quattro lunghe tracce, un mattone non proprio leggero per lo stomaco. Il concept del disco è suddiviso in due sezioni: la prima, 'Chronicle of a Blazing Witchcraft' comprende i primi due pezzi "A Host in the Toad Candle" e "Ensnared by the Scareth Oath", mentre la seconda parte, 'The Celtic Spectre', racchiude le altre due tracce, "The Santuary of Cursed Warriors" e "Under The Sword Of The Seventh King". La band suona un black metal a tratti melodico, a tratti brutale e graffiante, farcito da keyboards e parti epiche. Purtroppo però, a mio parere, il CD risente troppo di una registrazione non proprio lusinghiera che fa perdere un bel po’ di impatto a (s)favore di parti che potevano rendere molto meglio, ma anche il songwriting e le idee dei nostri sono un po’ nella media. Troppi luoghi comuni. Da migliorare inoltre la sessione ritmica, non troppo precisa in alcuni punti. L’artwork a colori è molto curato e comprende inoltre tutti i testi (molto lunghi) con tutta la spiegazione del concept che si cela dietro. C'era da migliorare anche la durata delle songs, diluendone la lunghezza. Peccato solo che si siano sciolti.
(Self/Non Serviam Records - 2000/2019)
Voto. 60