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giovedì 23 febbraio 2017

Aleska - S/t

#PER CHI AMA: Post Hardcore
Gli Aleska arrivano dalla Francia, precisamente da Metz e sono un quartetto di post hardcorer di alta qualità. Dopo due EP costituiti da tre brani ciascuno, si cimentano in questo primo omonimo LP autoprodotto. La prima cosa che mi colpisce positivamente è l’artwork, raramente mi sono imbattuto in un progetto dove la musica e l’estetica riescono a fondersi in modo così convincente. Azzeccata la scelta della tonalità azzurro e ruggine e dei soggetti vagamente religiosi fanno pensare ad un tesoro inestimabile ritrovato nella stiva di una nave affondata migliaia di anni fa. Per di più le opere rinvenute sembra siano state create da una popolazione dimenticata che abitava la terra molto prima delle civiltà che conosciamo dai libri di storia. La musica inizia con quello che potrebbe essere il suono di una cascata, ma più probabilmente è il rumore dell’acqua che scende dalla bocca di un’antica statua ora sommersa nelle profondità dell’oceano e che non sarà mai più ritrovata da anima viva. Alcuni armonici di chitarre ed una spedita linea di basso completano l’immaginario, tracciando l’orizzonte di gloriosi paesaggi civilizzati scomparsi da tempo immemore. L’intro termina con una serie di scream dal suono naturale ma disperato, l’effetto finale del pezzo ricorda la musica dei Trap Them, con un’inclinazione forse più narrativa. Il primo pezzo “Du Gris au Noir” contiene molte delle caratteristiche che troveremo nei brani successivi, uno scream rauco e tagliente che lacera le orecchie e trame melodiche ora piene di atmosfera ora ritmiche e claustrofobiche, fino ad arrivare a momenti di stallo dove la voce si riduce ad un parlato che esprime la stessa rabbia delle parti sporche ma in maniera soffocata, come se fosse sott’acqua. Il francese poi, lingua notoriamente musicale, in questo caso riesce ad essere aspra e cinica quanto il più dissonante degli idiomi del nord Europa. Il pezzo che preferisco del disco è “Que Reste-t-il?”, un’arringa piena di rabbia e profondo sconforto con un’attitudine schizofrenica e totalmente fuori dalle righe nella quale riecheggia l’influenza dei Converge. La song mi fa pensare al momento in cui le civiltà millenarie di un tempo videro il proprio continente sgretolarsi sotto i loro piedi e lentamente sprofondare nelle immensità dell’oceano. Non c’è modo di contrastare la forza della natura, cosi come non si riesce a contrastare la furia degli Aleska, non c’è modo di scappare o nascondersi, si può solo arrendersi. Le persone vedono montagne creparsi e crollare mentre svuotano i polmoni lacerandosi la gola con grida di disperazione. La civiltà è finita, tutti gli sforzi fatti sono stati vanificati e la natura, ancora una volta, ha trionfato sulla specie umana. (Matteo Baldi)

(Self - 2016)
Voto: 75

https://aleska.bandcamp.com/