#PER CHI AMA: Funeral Doom |
Russia e Finlandia non sono mai state cosi vicine. Grazie ai My Shameful, da poco recensiti su queste stesse pagine e a chi ormai è un veterano del nostro sito, i russi Who Dies in Siberian Slush, ci andiamo a gustare uno split cd di 4 pezzi all'insegna di sonorità scure e contrite. Ovviamente sto parlando di funeral doom, tra l'altro di quello di pregevole fattura. Si parte con i venti minuti a disposizione della band moscovita, guidata dalle profonde growling vocals del suo frontman, Evander Sinque. "The Tomb Of Kustodiev" è la prima lunga e asfissiante traccia dell'album che mantiene tutti i caratteri distintivi dei nostri sia a livello della decadente e dolorosa musicalità che a livello solista, dove l'axeman Flint si diletta nell'uso del flanger, creando quel tipico effetto spaziale alle chitarre. La traccia è ovviamente permeata da un profondo senso di solitudine che si esplica attraverso un moto ondoso lento e flessuoso che sul finire del pezzo trova modo di sfociare in una danza bucolica, grazie all'utilizzo del flauto. Flauto che apre anche la seguente "And It Will Pass", song resa ancor più interessante, per l'uso marcato di un sinistro trombone che si posiziona tra le plettrate disarmoniche dei due chitarristi. Il sound è ovviamente lento e cadenzato, addolcito però dalla presenza costante della flautista A.Z.. Con i My Shameful si cambia registro pur rimanendo in un contesto funeral: il terzetto finlandese, come avevamo avuto modo di vedere, è fautore di un death doom meno evocativo e decisamente più ruvido. "The Land of the Living" e "Downwards" graffiano con un infingardo e malefico suono di chitarre, su cui il caustico Sami Rautio esplode la sua ferocia vocale. Fortunatamente le keys trovano modo di equilibrare un sound che altrimenti rischierebbe di peccare in indolenza. Cosi come pure le linee melodiche della seconda traccia, rendono la proposta dei My Shameful decisamente più digeribile. Se dovessi fare un confronto fra le due band, direi che i Who Dies in Siberian Slush si rivelano meno convenzionali e più attrattivi alle mie orecchie. Comunque i 35 minuti di 'The Symmetry of Grief' sono sufficienti per soddisfare i palati degli amanti del funeral doom in toto. (Francesco Scarci)
(MLF Records - 2014)
Voto: 70