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lunedì 9 dicembre 2013

When Nothing Remains - Thy Dark Serenity

#PER CHI AMA: Death Doom, Draconian
A distanza di quasi un anno dalla recensione del precedente disco, ecco ritrovarmi sulla scrivania il nuovo lavoro degli svedesi When Nothing Remains. Inizio col dire che la proposta dei nostri non è cambiata poi di molto rispetto a 'As All Torn Asunder'. Non sarà pertanto difficile spiegarvi che in questo secondo full lenght, troverete un concentrato di suoni death doom, che strizzano l'occhiolino qua e là diffusamente a Draconian, Swallow the Sun e primissimi Anathema. Difficile aspettarsi qualcosa di più in un genere che inizia, a mio avviso, a mancare di innovazione. Mi piace la dinamicità di “I Forgive You”, la struggente opening track, molto meno la staticità “A Ravens Tale” che si rifà ai suoni di “Serenades” e 20 anni dopo inizia ad essere più un peso che un merito. “She Died in Autumns Rain” corre via anonima (una song del genere l'avranno scritta centinaia di band) e se non fosse per quel suo malinconico break centrale, affidato a pianoforte/violino e clean vocals, l'avrei letteralmente segata. Ecco, diciamo che fortunatamente i When Nothing Remains non sono dei pivellini, le dinamiche musicali le conoscono bene, pertanto sanno dare un'anima alle proprie song, trovando ogni tanto qualche divagazione al tema portante dei brani. Il suono della pioggia (inizia ad essere un po' troppo abusato sto tema) apre “Wings of the Withered”, song che decisamente risente dell'influenza dei Saturnus a livello di cantato pulito, per poi appiattirsi nell'evoluzione già scritta del suo incedere, ma ahimè questo alla fine varrà per un tutte le tracce qui contenute. Se state cercando l'ennesimo album dedito ad un death doom depressivo, qui troverete di certo tutti gli ingredienti del caso, anche ben assemblati se volete (ottime in tal senso “Like an Angel Funerals” e “When Heaven Once Fell), con tastiere messe al punto giusto, il duettare di growling e cleaning vocals, e montagne di sconfortanti melodie. Chiaro poi, che se anche voi come il sottoscritto iniziate ad essere un po' nauseati da un genere musicale che fatica a rinnovarsi, meglio orientare i propri ascolti verso qualcosa di più vivo ed elettrizzante. (Francesco Scarci)

(Solitude Productions - 2013)
Voto: 65

https://www.facebook.com/pages/WhenNothingRemains

mercoledì 12 settembre 2012

When Nothing Remains - As All Torn Asunder

#PER CHI AMA: Death Doom, My Dying Bride, Draconian
Speravo decisamente in un’estate più solare e più allegra, poi ovviamente ha messo il suo zampino la Solitude Productions ed ecco catapultarmi nelle atmosfere plumbee ed autunnali tipiche delle band prodotte dalla label russa. Anche quest’oggi quindi una bella dose, formato famiglia, di death doom nella vena più romantica, quella della scuola svedese, con i Draconian maggiore fonte d’ispirazione e proprio come i godz appena citati, dalla Svezia arrivano anche questi When Nothing Remains, che presentano tra le proprie fila ex membri di The Cold Existence ed Algaion, affiancati da Johan Ericson dei già citati Draconian, alle clean vocals. Quindi facile aspettarsi sonorità doom dalla presa facile, complici splendide melodie sin dall’iniziale “Embrace Her Pain”, costituita da suoni maestosi, epici, malinconici, sorretti da una potentissima ritmica che trova i suoi momenti di quiete in drammatiche aperture pianistiche. “The Sorrow Within” trae ispirazione invece dalla scuola britannica, My Dying Bride in testa: suoni privi assolutamente di solarità, lenti, seducenti, con le growling vocals a tener banco e ad emozionarmi per la loro capacità di conferire grande pathos alla proposta dei nostri. Eccellente, pur non inventando nulla di nuovo. Ancora un altro pezzo dai contenuti brillanti si rivela “A Portrait of the Dying”, fluido, dinamico, raffinato ed estremamente melodico, con quel tocco gotico che dà modo a “As All Torn Asunder” di prendere le distanze dalle altre release firmate Solitude Productions. Fino a metà album, la band avrebbe meritato sicuramente un’ottima votazione, poi, nella seconda metà della release, ecco venir meno le iniziali parti vincenti, aumentare le scopiazzature dalle altre band del rooster Solitude Productions, mancare un po’ di verve e personalità e veder quindi spegnersi ogni tipo di velleità dei nostri, con un album che perde dinamismo e rischia di scadere nel già troppo sentito. Un vero peccato, perché “As All Torn Asunder” rischiava di essere una bomba. Rimandati a pienissimi voti. (Francesco Scarci)

(Solitude Productions)
Voto: 70