#PER CHI AMA: Death/Doom, Swallow the Sun, Draconian |
Con questo cd non poteva andarmi peggio: capisco che la strada dall’Australia all’Italia sia abbastanza lunga, ma ritrovarmi tra le mani, per la seconda volta un disco argentato che non fa il suo dovere, inizia a diventare piuttosto fastidioso; per di più anche il booklet del cd sembra esser stato inzuppato d’acqua. E allora rivolgiamoci ancora al fatato mondo di internet per ascoltare questa release, che si apre con i tocchi di pianoforte di “Passage”, che si collega immediatamente alla successiva “To the Dying Sun” per la sua melodia di fondo, con la proposta del combo australiano che lascia immediatamente intravedere quale direzione musicale il disco si appresti a intraprendere. Siamo nell’area del death doom, ricco di pathos e atmosfere, anche se la voce di Felix Lane ricalca piuttosto quella degli esordi dei Katatonia, un po’ aspra. Il five-piece di Melbourne colpisce sicuramente per l’emozionalità che riesce ad esprimere ed imprimere con un pezzo che, nonostante una sezione ritmica comunque non certo leggera, mette in scena un sound che ha la forte capacità di conquistarmi per le sue deprimenti melodie, quasi tipicamente nord europee. Siamo nella zona appunto cara alla band di Blakkeim e soci, dei loro conterranei Draconian o dei finlandesi Swallow of the Sun. I pezzi sono tutti piuttosto molto lunghi: dopo gli otto minuti abbondanti della seconda traccia infatti, ecco i nove di “Veil of Sorrow”, con un’inedita performance vocale, con il chitarrista Josh Spivak in versione totalmente pulita, a duettare con Felix che si alterna tra un growling assai convinto e uno screaming un po’ più arcigno, mentre le chitarre, sorrette da un drumming mansueto, dipingono paesaggi desolati. Non avremo certo per le mani un qualcosa di originale, tuttavia “Under the Fading Light” si lascia piacevolmente ascoltare, anche se talvolta si scade nella ripetitività di fondo di alcune linee di chitarra o arpeggi. La freschezza dei Katatonia di “Dance of December Souls” o ancor di più di “Brave Murder Day” sono ancora assai lontane, eppure i Myridian sanno intrattenere i propri ascoltatori grazie a pezzi interessanti, in cui talvolta riescono a manifestare una propria personalità o offrendo qualche spunto di una certa rilevanza, laddove a diventare dominante è invece il pianoforte, come nella oscura title track o nella malinconica “Starless”. Le tracce però alla fine, finiscono per assomigliarsi un po’ tutte e questo alla lunga fa un po’ scemare l’interesse nei confronti di un disco che fino ad un certo punto mi aveva convinto appieno. Complice sicuramente la lunga durata dei pezzi, la loro monoliticità e la mancanza di qualche variazione al tema, mi fanno propendere a mezzo punto in meno nella mia valutazione complessiva dell’opera. Tuttavia, chi ama il genere, un ascolto a “Under the Fading Light”, come minimo dovrà sentirsi obbligato a darlo. (Francesco Scarci)
(Self)
Voto: 70
http://myridian.bandcamp.com/album/under-the-fading-light
Voto: 70
http://myridian.bandcamp.com/album/under-the-fading-light