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sabato 12 luglio 2014

Silence the Sky - Ancient

#PER CHI AMA: Hardcore, Metalcore, Djent 
Un po' di sano, crudo e ammiccante hardcore era da parecchio che non mi capitava tra le mani. Eccomi accontentato dai norvegesi Silence the Sky che con il loro 'Ancient' rompono gli schemi che vedono arrivare dalla Norvegia album prettamente black o death, proponendoci invece sonorità più alternative. Ci troviamo infatti di fronte a 15 tracce (forse troppe) che, partendo da una base estrema, vengono contaminate dal djent, dal metalcore e appunto dall'hardcore, senza tralasciare l'ambient e un pizzico di doom. A partire da "Atomos", non ci resta che farci investire dai riffoni quasi deathcore del quintetto nordico che ci scaraventa addosso una grandinata di riff distorti e ubriacanti che poco spazio concedono alle melodie, se non in quanto mai inattesi break centrali, in cui i vocalist si alternano tra l'acido/vetriolo all'emo, mentre le atmosfere piombano nella catarsi malinconica di riff melancolici. Tutto chiaro no? Va bene, provo a farmi capire meglio. "Ascendancy" è un pezzo di tre minuti e mezzo che attacca ringhiando sia a livello ritmico che vocale, con uno spazio risicatissimo concesso alla melodia; al minuto 1:30 ecco comparire le clean vocals di Magnus Granholt e le chitarre disegnano nell'etere splendide melodie. Si tratta di pochi attimi però perché i nostri tornano a ruggire, sebbene il flusso sonico si mantenga più vivace e ascoltabile. "Venomous" prosegue con il canovaccio già visto di furia-break-malinconia ma alla fine devo ammettere che il risultato che ne viene fuori non è affatto male. "Angel Rust" presenta una struttura invertita a quanto fin qui detto: l'inizio è malinconico e le ritmiche tendono piano piano ad ingrossarsi fino ad un break centrale che oserei dire al limite del doom, per poi proseguire tra schiamazzi nevrotici e delicati passaggi ambient. Il disco procede in questo modo mostrando il più delle volte i suoi muscoli senza dimenticare anche il suo lato più melodico e oscuro come proposto nella spettrale e piovosa parte centrale di "There is a Storm Coming" che aiuta certamente a non banalizzare i contenuti di 'Ancient'. Suoni cibernetici aprono "Nebula", la song più dinamica e che più si allontana dal resto del lotto. Qualche schitarrata potente e decido di soffermarmi su "The Dismemberment of Tellus", song intensa e dal forte, fortissimo impatto autunnale, complice l'egregio lavoro alle chitarre e alle brillanti vocals, con un duetto screamo/clean da brividi. Ultima citazione per la roboante "Jenova" in cui sembrano sovrapporsi 2 o 3 granitiche chitarre e l'ipnotica "Ion". 'Ancient' è pertanto servito, non vi serve sapere altro per far vostro questo concentrato pazzesco di musica carica di groove e melodie ruffiane. E bravi i Silence the Sky che testimoniano che oltre il black/death, in Norvegia c'è vita... (Francesco Scarci)

(Negative Vibe Records - 2014) 
Voto: 75