#PER CHI AMA: Brutal Death Melodico, Mithras, Nile |
Non sono mai stato un fan del death metal tout court, di quello fatto di chitarre arroventate, growling vocals paurose e sezioni di batteria che somigliano più ad una contraerea impazzita che a uno strumento musicale. Quando però c'è da essere obiettivi e togliersi il cappello di fronte ad una band eccezionale che propone tale genere, io sono il primo a farlo. Da quando mi sono imbattutto nel furibondo e quanto mai tagliente sound degli inglesi Sarpanitum, non ne sono più riuscito a fare a meno. 'Blessed be my Brothers...' si è consumato all'interno del mio lettore, fosse quello dell'auto o di casa. Il trio di Birmingham mi ha letteralmente conquistato con quel loro modo di suonare tanto debitore della scena inglese, Mithras in testa. Non a caso tra le fila del combo albionico milita proprio Leon Macey, chitarrista e batterista della band britannica suddetta. E parte dell'impianto sonoro che il buon Leon utilizza nella sua band principale, è stato trasferito anche nella matrice dei Sarpanitum. Ritmiche serratissime e acuminate come un rasoio, tirate a velocità supersoniche ma anche dotate di rallentamenti da brividi. Una intro strumentale a dir poco notevole e poi tocca a "By Virtuous Reclamation" farsi portavoce del marchio di fabbrica dei Sarpanitum: si tratta di una cavalcata di vorace ed epico death brutale, in grado di maciullare le carni ma anche di deliziare con mirabolanti aperture melodiche in grado di scatenare brividi mai ipotizzati per tale genere. Incredibile a dirsi di un disco che parte da solidissime basi death metal che poggiano sui dettami di gente del calibro di Nile o Immolation, o per rimanere in casa loro, di Napalm Death o Benediction. I Sarpanitum non sono degli sprovveduti e la loro eccelsa perizia tecnica rappresenta un biglietto da visita incontrovertibile che testimonia a più riprese la capacità e la sapienza di una band, di saper coniugare death brutale, melodia e alte, altissime dosi di epicità. L'album spacca letteralmente grazie a quei riff selvaggi, alle atmosfere che si rifanno ad un duo formato da Nocturnus e Melechesh, turbinii sonori di scuola Mithras, e spaventosi cambi di tempo conditi da altrettanto pazzeschi assoli, a cura di Tom Hyde. Detto della notevole traccia numero due, ce ne sono altre nel magnifico lotto che che vorrei citare: "Glorification upon the Powdered Bones of the Sundered Dead" è un bel mix tra Morbid Angel e Nile mentre "I Defy for I Am Free" è forse il pezzo più completo del disco con quel malinconico incipit, la sua veemenza nella sua parte centrale, e un assolo conclusivo a dir poco fotonico che vale probabilmente da solo il costo del disco. Incredibili! (Francesco Scarci)
(Willowtip Records - 2015)
Voto: 85
https://www.facebook.com/sarpanitum
Voto: 85
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