#PER CHI AMA: Noise Rock |
I Putiferio sono di Padova, sono in quattro e non si chiamano così a caso. Nascono nel 2004 e dopo quattro anni escono con 'Ate Ate Ate', album che non ho ancora avuto modo di ascoltare, ma che trova grande riscontro dalla critica, soprattutto per il coraggio e la determinazione nel portare avanti un prodotto difficile come la loro musica. Un mix di noise rock e post-qualcosa, suoni anni '90 e ritmica a nervi scoperti. Tutto volutamente difficile da ascoltare per chi non si smuove da Radio Italia o 105 e punta a suscitare emozioni scomode e impreviste. "Void Void void" esplode dopo una serie di feedback di chitarre (sono in due, senza un bassista fisso nella line up) con una sezione ritmica forsennata, arrangiamenti che non ti permettono di canticchiare nemmeno una strofa. Il tutto condito da stralci elettronici lo-fi che aumentano la matassa noise del brano. Il cantato è pura follia, urla come unghie che grattano su una lavagna o che affondano nella gola stretta a soffocare. Poi cambia tutto e le chitarre diventano più prepotenti, si riesce pure a scandire il ritmo con la testa, ma l'illusione finisce presto e si viene catapultati verso le tracce successive. "True Evil Black Medal" inizia scandendo battiti di puro groove elettronico, una versione malata degli attuali Radiohead carichi di tensione e suoni stridenti, gli strumenti si intrecciano tra di loro come matasse di fili elettrici che non hanno un inizio e una fine, ma solo una metamorfosi. La voce è più distesa, lontana e privata della timbrica naturale. Poi l'entrata degli archi riporta una calma apparente, quasi metafisica, segnata da arrangiamenti in tonalità minore rispetto ai precedenti, a destare una sorte di malinconia. Ma questi torneranno irruenti, cancellando il miraggio di un possibile riscatto e chiudendo la traccia a circa sette minuti e mezzo. I Putiferio potrebbero essere una delle varie personalità multiple de Il Teatro degli Orrori, come se un episodio di bipolarismo li avesse creati e lasciati liberi a vagabondare in cerca di una propria esistenza. 'Lovlovlov' è volutamente un prodotto che raccoglie intorno a se un pubblico vittima di una selezione naturale, da ascoltare e valutare personalmente. (Michele Montanari)
(Macina Dischi - 2012)
Voto: 70