#PER CHI AMA: Black/Post/Cascadian |
Quasi quasi anch’io domattina mi sveglio e metto su la mia band, la mia one man band. Ormai non mi è chiaro se sia una questione modaiola, o il fatto di avere fior di computer a casa o cos’altro, ma ormai i progetti solisti spuntano ovunque come funghi. Non voglio assolutamente criticare nessuno, la mia è una pura e semplice constatazione, che mi porterà sicuramente a dire, a fine recensione, “ben vengano i progetti solisti”. Dopo queste mie elucubrazioni mentali della mezzanotte, mi avvio alla scoperta di questo progetto californiano che risponde al suggestivo nome di Mare Cognitum. Il cd è essenziale e stilizzato nella sua confezione, ma probabilmente legato al fatto, che la copia nelle mie mani, è promozionale. Mi ha colpito però l’interno del booklet con il simbolo di un segno zodiacale differente collegato alle sei tracce qui contenute (che arrivi un secondo disco con i rimanenti sei segni?). La proposta del nostro bravo individuo, all’anagrafe Jacob Buczarski, è un feroce preparato di black atmosferico, probabilmente contaminato dalla corrente cascadiana, che brulica sulla costa ovest degli States. E ovviamente, dinnanzi a simili sonorità, io non posso che essere felice. La cosa un po’ bacata (della mia mente intendo) è che il Cascadian Black Metal non è nulla di cosi trascendentale o geniale: si tratta di melodici riff glaciali, interrotti da intermezzi acustici (talvolta dal sapore folkish, ma non in questo caso), momenti meditativi (come la chiusura di “Collapse Into Essence”), rabbrividenti harsh vocals e poi… e poi un feeling di insana malvagità intrinseca, che popola tutte queste release, e che sinceramente io riesco a ritrovare solamente in questa corrente musicale. E anche “An Extraconscious Lucidity” non ne è immune, pur non rappresentando in realtà in piena regola, il genere sopra descritto. Chissà, sarà forse l’aria dell’Oceano Pacifico, che mi sembra molto più calda di quello delle foreste norvegesi, a plasmare simili individui, eppure le chitarre acuminate, le voci ringhianti, la voglia di dipingere paesaggi desolati, emerge prepotentemente anche dai solchi di questo cd, di sei lunghi pezzi, in cui emergono, senza ombra di dubbio, la furente “Degeneracy Pressure” e la più (relativamente) tranquilla “Nascency”, un pezzo di black mid-tempo, contaminato però da un po’ tutte le ultime correnti musicali, dal post al cascadian, fino al depressive; però permettetemi di dire banalmente quanto bellissimi siano quei break strumentali, in cui chiudo gli occhi e mi abbandono “al mio dolce naufragar in questo mare”. Il sound dei Mare Cognitum è una tempesta in mezzo al mare, con il gelo che penetra nelle ossa ed un senso di famigerato disagio che si insinua nel mio animo costantemente inquieto. Questa la sensazione ascoltando la deprimente “Ergosphere” o la catartica conclusiva “Pulses in Extraconscious Lucidity”, che chiudono un lavoro dal difficile impatto emotivo, in quanto permeato da sublime disperazione. Ebbene si, alla fine confermo, ben vengano tutte queste one-man band, se i risultati sono questi… (Francesco Scarci)
(Lunar Meadow Records)
Voto: 75