#PER CHI AMA: Indie/Alternative/Punk |
La poetica sbronzaiol-esistenzial-hooligana (al Renato Dall'Ara, nel 1990 l'Inghilterra acciuffò i quarti di finale di Italia '90 al 119-esimo aggrappandosi al ciuffo di David Platt e, due anni più tardi, pigliò un goal al primo minuto nientemeno che da San Marino: si tratterebbe, secondo Gareth medesimo, di una vivace metafora della natura ondulatoria e beffarda del destino) diventa, complice l'inevitabile contingenza anagrafica dei bandmembers, una frizzante disamina sul ruolo della band medesima all'interno di un contesto musicale fortemente e inevitabilente (e fortunatamente) mutato. Non è così per i suoni, assertivi e conservativi: coretti ooo/ooo britpop alla, uh, The Vines ("Renato Dall'Ara (2008)" (Nessun match, semplicemente l'anno di esplosione/implosione della beautful/doomed supernova Los Campesinos!), batteria punk ("Sad Suppers"), chitarre fuzz, vocina stridula da insetticida e ("The Fall of Home") quello stupido xilofono tedesco chiamato glockenspiel presente in ogni fottutissima sedicente indie-ballad che abbia inquinato l'etere mondiale dal novantadue a oggi compreso. Quello che può succedervi, se vi capitasse di appartenere alla band più modaiola del pianeta, è di ritrovarvi, improvvisamente e senza neanche capire il perché, nella band più fuorimodaiola del pianeta. Non crucciatevi. Bene così. Ascolto distratto e passate oltre. (Alberto Calorosi)
(Wichita - 2017)
Voto: 50
https://loscampesinos.bandcamp.com/album/sick-scenes
Voto: 50
https://loscampesinos.bandcamp.com/album/sick-scenes