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martedì 19 febbraio 2019

L'Avversario - Lo Specchio

#PER CHI AMA: Electro-pop
Un disco palindromo, uno specchio che riflette se stesso, un uroboro musicale che si ritorce su se stesso. 'Lo Specchio' è un disco contorsionista, l’idea non è facile da rendere, tantomeno da concepire, tuttavia, seppur molto efficace nella comunicazione, questa sua caratteristica “a specchio” non è quella che salta alle orecchie come la principale particolarità della musica de L'Avversario. I testi e l’intenzione electro-pop, vicina quasi al trip hop, mi coinvolgono più del mirroring; ci sono canzoni struggenti, emozioni intense e scorci di quotidianità pregni di emozioni. Un esempio è il brano "20 Anni", che nel suo robotico incedere, descrive com’è la sensazione di guardarsi indietro, del sentire lo scandire del tempo che avanza inesorabile ma anche del riconoscere la bellezza pura e immortale di una nonna che si prende cura della sua famiglia. Il pezzo è contrapposto alla psichedelia di "Canzone Celiaca", con i suoi immaginari impossibili di meduse impazzite e radiazioni solari. Se si ascoltano una dietro l’altra, le due canzoni hanno un che di familiare, ovviamente se non lo sapessi non riuscirei a notare la natura palindroma delle due, seppur l’ascolto delle due mi lasci una strana sensazione di vertigine non meglio definita. Il pezzo di raccordo de 'Lo Specchio' è "Bucarest": qui la voce di Andrea sembra cercare la sua umanità perduta attraverso un abbraccio o la vicinanza di qualcuno. A metà del brano il disco si rigira su se stesso, non si nota subito ma verso i tre minuti si capisce che si sta ascoltando qualcosa di altamente inusuale, per via di un incantesimo maligno che sembra pervadere il brano, un incantesimo che rimane in testa e non se ne va. L’ascolto de 'Lo Specchio' è un’esperienza mistica, qualcosa che va al di là dei soliti ascolti; nonostante la sua natura palindroma non sia così evidente, al contrario invece della sua spiccata originalità a livello di songwriting e poetica, l’esperimento si può considerare pienamente riuscito. Attendo con curiosità la prossima prova de L’Avversario, chissà cosa s'inventerà la prossima volta il buon Andrea Manenti, mente di questo progetto? Un disco senza consonanti? Un disco con formule matematiche al posto delle parole? Un disco normale ma registrato ed eseguito a testa in giù? Staremo a vedere, nel frattempo godiamoci 'Lo Specchio'. (Matteo Baldi)