#PER CHI AMA: Sludge/Stoner |
Quest'estate ho riempito il mio lettore mp3 di release a casaccio tra quelle che mi sono state inviate recentemente da label e band. Nella mia quotidiana ora di relax, lo shuffle ha cosi scelto per me i Mamaleek e il loro sound all'insegna di uno sludge assai tetro. La opening track, nonché anche title track del disco, mette in chiaro (o forse sarebbe meglio dire in scuro) che il sound offerto dai nostri non può andare oltre a certe sonorità asfissianti e mortifere tipiche del genere, che rendono la proposta dei nostri di difficile assimilazione. Sembra una preghiera quella recitata nei tre minuti iniziali di “Pour Mourner's Got a Home”. Irrompono poi chitarre melmose (a cavallo tra sludge, stoner e drone), che insieme ad atmosfere abrasive e urla disumane (ma anche chorus deliziosi), dipingono il quadro musicale assai complesso dei Mamaleek. Scariche industrial divampano in “Almost Done Toiling Here”, traccia che potrebbe aver avuto i Plasma Pool di Attila Csihar come modello di ispirazione ma che comunque continua a palesare come sia scorbutico il sound di questi ragazzi anche nei momenti apparentemente di più facile digestione. Le vocals iper effettate, le chitarre super distorte, gli attimi di anomala quiete, continuano a rendere l'ascolto di 'He Never Said a Mumblin' Word' un difficile scoglio da sormontare. “My Ship is on the Ocean” chiude il disco con i suoi quattro minuti di sonorità annebbiate, malate e altamente sperimentali, che potranno deliziare chi è alla ricerca di un sound difficile ma traboccante forte personalità. (Francesco Scarci)
(Flenser Records - 2014)
Voto: 70